Pratobello 1969
Ricordo di una protesta pacifica entrata nel cuore e nell'identità degli Orgolesi e dei Sardi, da cui dobbiamo trarre tutt'ora insegnamento e di cui dobbiamo essere orgogliosi
Prime avvisaglie e ordine di sgombero
Aprile 1969- Ad Oristano arrivano le prime notizie sul poligono che il governo Italiano vorrebbe edificare nelle campagne di Pratobello, di proprietà comunale ma usate dai pastori per il pascolo, attività fondamentale per la pastorizia, attività principale per il sostentamento dei cittadini del luogo.
In sardegna l'argomento poligoni non è nuovo, a Perdasdefogu è presente dal 1956 e a Teulada è stato inaugurato nello stesso anno, con terreni e spiagge che verranno interdette per sempre alla popolazione e tra gli Orgolesi comincia a nascere la preoccupazione.
Maggio 1969- Vengono appesi i manifesti che annunciano l'apertura del poligono e l'ordine di sgombero per cinquantamila animali delle campagne con il misero risarcimento di trenta lire a pecora, il comitato del paese risponde con un comunicato che viene diffuso per tutto il paese e aiuta a trasformare la paura in rabbia.
Il tempo stringe- La prima esercitazione è fissata per il 19 giugno e il tentativo di trovare l'appoggio delle istituzione non va a buon fine, il paese deciderà di protestare.
La protesta
La popolazione protesta come può e senza violenza, occupando e dialogando, quando il 19 Giugno i soldati arrivano rimangono anche loro colpiti dalla tenacia e dignità degli uomini e dalle donne che han trovato a protestare e la giornata si concluse cordialmente all'insegna del dialogo tra la popolazione che spiegava le proprie ragioni e i militari stessi.
Il 20 Giugno la polizia prova a permettere l'accesso al poligono tramite un cordone di sicurezza ma anche questo tentativo va in fumo, la tensione sale con gesti di protesta simbolici e proteste incessanti.
La voce della ribellione si sparge, il comitato cittadino elegge una delegazione incaricata di andare a Roma a trovare un compromesso, cominciano gli arresti dei primi ribelli che riescono però a continuare ad andare nelle zone proibite, diffondere volantini e informazioni contro "gli industriali" di allora, sfruttando anche una conoscenza del difficile territorio del Supramonte di cui al contrario erano sprovvisti i militari.
In questo momento ad Orgosolo nascono i primi murales, dipinti dal "Gruppo Dioniso", collettivo anarchico italiano.
Vittoria
La delegazione torna vittoriosa da Roma, il poligono viene sgomberato e le terre tornano libere, la popolazione ha vinto, senza violenza ma con decisione e unità, annullando per una volta la definizione diventata un detto "pocos, locos y mal unidos".