Angelo Tatti

Ansia tra i giovani

2019-07-18 12:27:16

Da tempo noto una maggiore diffusione di "ansia", depressione e fobie sociali, ho letto articoli, ne ho parlato con due psicologi, e oggi ho voglia di parlarne in quanto la ritengo una chiave di lettura fondamentale per il domani insieme al problema tossicodipendenze tra i giovani.

I giovani sono sempre più ansiosi

Una serie di studi realizzati negli Usa hanno certificato un aumento dei tassi di ansia e depressione da 5 a 8 volte a pari test utilizzato negli ultimi 50 anni tra adolescenti dai 14 ai 19 anni e Universitari.


Jean Twenge

Jean Twenge, docente di psicologia, ha effettuato degli studi che hanno certificato la diminuzione del benessere mentale degli adolescenti attuali rispetto ai coetanei delle generazioni precedenti.

Il dato potrebbe essere considerato sorprendente se si considera il miglioramento della qualità della vita di questo lasso di tempo storico.

La predisposizione a dei disturbi di tipo ansioso-depressivo è determinata non tanto dalla reale qualità della vita ma della percezione che si ha di essa e, sopratutto, la convinzione che si ha di poterla controllare.

Le persone che ritengono di avere un maggiore controllo sulla propria vita sono quelle meno predisposte, la Twenge si è ispirata a un test sviluppato da Julien Rotter, alle perone sottoposte al test ha fornito due frasi e ha chiesto di indicare quella che rappresentava meglio il modo di essere del paziente.

Una rappresentava il controllo personale e una quello da parte di fattori esterni, chi ha indicato la prima aveva una buon lavoro, una buona vita e una bassa prediposizione a disturbi ansiosi, in più è stato attestato un aumento degli adolescenti nelle fascie d'età indicate precedentemente che hanno indicato la seconda rispetto a quando effettuò il test Rotter, e l'aumento pare strettamente legato a quello dell'aumento dei disturbi ansiosi.

In Italia

I dati Ocse rivelano che il 65% dei quindicenni italiani si ritiene soddisfatto della propria vita (la media degli altri paesi Ocse è 71%), con la Scuola indicata come prima causa di stress.

Un dato allarmante arriva dall'Osservatorio Nazionale Adolescenza, tra il 2015 e il 2017 i tentativi di suicidio degli adolescenti sono raddoppiati e il suicidio è diventato la seconda causa di morte tra i giovani.

Secondo Maura Manca, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, l’unico modo per fermare questo trend è quello di fare prevenzione e informazione all’ interno delle scuole,  per fare in modo che il disagio venga riconosciuto fin dai primi sintomi.

Come si manifesta

Può manifestarsi sia corporalmente tramite sudorazione, palpitazioni e tremori sia a livello cognitivo con le così dette "paranoie": <"Se non dico la mia opinione la gente crede che sia stupido">> |<<"Se non passo gli esami penseranno che sono un fallito">> |<<"I miei amici in realtà non mi sopportano">> ecc. e la conseguenza più diretta sono i comportamenti attuati allo scopo di evitare quelle situazioni che sono la causa di questi pensieri, ovvero difficoltà sociali in caso di fobie sociali, problemi di rendimento a scuola, in università, abbandono di posti di lavoro, chiaramente diventa estremamente invalidante nel proseguo delle proprie azioni quotidiane.



Cause

Una delle cause più frequenti è la separazione dei genitori che porta i ragazzi a temere una precarietà affettiva e fa insorgere nei ragazzi tutta una serie di paure nella propria vita quotidiana che finsicono per manifestarsi persino come “perdita del controllo” o “paura di impazzire”, attraverso lo strutturarsi di una instabilità generalizzata con sintomi che vanno dalla cefalea al senso di costrizione e di difficoltà respiratoria, fino a nausea, sensazioni di soffocamento, coliti,  palpitazioni, tremori o tachicardia.

Altre due cause simili ma non uguali sono scuola e università, l'ansia da risultati, la paura di prendere un brutto voto, una difficile situazione di inserimento nel contesto sociale della classe, sono una causa persistente di ansia e in particolare quella italiana è riconosciuta, come detto in precedenza, come la più ansiogena dei paesi Ocse. Mentre spesso per la scuola sono previsti psicologi scolastici o comunque vi è una predisposizione dei professori a consigliare un percorso terapeutico per i ragazzi che incontrano delle difficoltà questa situazione all'università è inesistente, forse complice l'età o i pregiudizi si bolla subito un ragazzo come svogliato o non abbastanza intelligente; In Italia, stando al sondaggio di Sodexo, quasi 4 universitari su 10 (38%), che studiano per poter avere maggiori possibilità di successo, rivelano di non essere soddisfatti della propria vita, addirittura quasi uno su 2 (46%) non è contento del proprio percorso accademico



Smartphone e social network

Hanno un qualche ruolo smartphone e social nell'aumento dei casi di ansia tra adolescenti?

Sicuramente è la prima differenza che salta subito all'occhio tra i teenager attuali e quelli delle generazioni precedenti e non in modo lieve se si considera che il 23% degli studenti dichiara di fare un utilizzo giornaliero di internet superiore alle sei ore.

Sicuramente i social hanno aumentato la competizione, ognuno di noi mette in mostra le cose belle proprie e vede solo le cose belle altrui. Creano una sottospecie di vetrina/realtà fasulla in cui i like/le interazioni sono il metro di giudizio.

Le amicizie e gli amori nascono nei social network, il sesso si impara nei siti pornografici, si creano false illusioni, falsi standard, e si ha la convinzione di avere sempre l'irraggiungibile a disposizione per qualcuno e di non essere mai abbastanza per qualcun altro. 

Come invertire il trend

E' fondamentale un percorso terapeutico limitando l'utilizzo di psicofarmaci alle situazioni in cui sono necessari per rendere il paziente stabile e pronto per assimilare con successo il percorso terapeutico.

In egual misura contano ambiente e pregiudizi, spesso le famiglie rifiutano e negano il disagio invece di prodigarsi per risolverlo, un ambiente sereno e disponibile è condizione necessaria (ma non sufficiente) per risolverlo, e per evitare che insorga.

Io effettuerei anche una campagna di sensibilizzazione sui social e non solo, ciò che vediamo non è ciò che è ne ciò che per forza dobbiamo essere, ma comincerei anche a considerare il trattamento psicologico un diritto sanitario al pari di qualsiasi altra cura e comincerei a garantirlo realmente anche per chi non se lo può permettere.


1