Andrea Michelotti

Founder Senior

Quattro punti di vista per lo stesso libro: Tiwanaku. La leggenda, di Cristina Belloni

2019-11-18 19:52:22

"La grande tartaruga li guardò allontanarsi. Non capiva nulla del mondo terricolo, non conosceva le guerre e l’avidità, l’odio e le dispute umane che avrebbero insanguinato ancora quelle terre selvagge."

La frase sopra riportata, che si trova nella parte finale dell’opera di Cristina Belloni, rimane, per me, una specie di monito. La tartaruga gigante, testimone delle ere che trascorrono, osserva la straripante storia che si srotola di pagina in pagina con la dolcezza e il distacco che si riserva ai giochi dei bambini. Eppure c’è poco di giocoso nelle avventure che i protagonisti di “Tiwanaku – la leggenda”  si trovano ad affrontare.

Nella favola romanzesca di Belloni una leggenda sembra ripetersi e un intero popolo, minacciato da feroci invasori, affronterà una fuga disperata ripercorrendo le tracce di una stirpe precedente. Poggiando su un linguaggio lineare costruito evitando subordinate e architetture complicate, l’autrice riesce a mantenere un ritmo veloce e godibile anche utilizzando spesso aggettivazioni o termini poco usuali. Le frasi mantengono così capacità evocativa senza perdere la presa sull’azione dei personaggi che resta vivida nell’impressione del lettore.


Poi svoltarono ad est costeggiando la grande “Roccia dei Giganti”, un enorme masso di pietra grigia che qualcuno, molte era prima, aveva scolpito con le fattezze dei possenti esseri che un tempo avevano veramente popolato quei luoghi. Così, visto dal basso era davvero spaventevole. Il poderoso macigno nel suo insieme, ricordava un temibile esercito lanciato in battaglia. Le figure, di proporzioni colossali, sembravano voler uscire dalla pietra con tanta veemenza e collera da far rabbrividire chi li guardasse. Pareva di sentir urlare quelle facce arrabbiate e contorte. L’intero complesso roccioso emanava una fredda energia distruttiva.                                                                   Vi si allontanarono in fretta, turbati, chiedendosi quali altre astrusità avrebbero dovuto aspettarsi dalla giungla misteriosa.


I personaggi e le apparizioni si susseguono in una straripante creatività. In alcuni passaggi tale ricchezza sembra eccessiva, talvolta portando a distogliere l’attenzione dal filo narrativo. In particolare metterei in evidenza la sfida lanciata dall’autrice di narrare attraverso un intreccio di ben quattro “cammini” separati (gli eroi raggiungeranno infatti la mitica Tiwanaku ognuno percorrendo una propria strada irta di ostacoli e di incontri fantastici). Talora è faticoso riallacciare lo scorrere degli eventi e la tecnica di narrazione non risulta sempre vincente.

Apprezzo la scelta di non approfondire eccessivamente i caratteri dei personaggi principali, dal momento che questi si costruiscono durante lo scorrere degli eventi: l’autrice lascia che l’azione prenda forza da molteplici apparizioni ed accadimenti che hanno la forza di simboli: la già citata tartaruga, Kusi la sciamana che raccoglie in sé la forza della natura, l’inondazione/diluvio salvifica, la realtà celata in un’altra dimensione temporale in cui i popoli minacciati trovano salvezza.  

Non è così semplice… -- Fece Udulpa riflettendo. – Il grande uccello può sì viaggiare da una dimensione all’altra, ma non può portare nulla di vivente con sé nella fessura tra i due mondi!  Per cui se ha davvero trovato Kawin lo ha certamente riportato a Tiwanaku, ma da lì a come farlo arrivare dalla sua famiglia è un altro problema…. -- Per un po’ rimasero in silenzio immersi nei loro pensieri. Il fuoco si stava spegnendo, le grida ed i rumori delle creature notturne riempivano il buio. Le notizie avute dal Guardiano avevano turbato i gemelli che passarono una notte di sonni agitati e visioni inquietanti. Il Mallko, la strada tra due mondi, un popolo in fuga….insolite bestie e diversi scenari….quante cose avevano saputo nell’arco di una sera!


È frequente il ricorso a figure che fanno da tramite fra la natura e gli umani, anche se non sempre in chiave positiva. Nebbie fantasmatiche e fanghi antropomorfi e minacciosi sono controbilanciati da figure più gentili, nell’aspetto e nell’approccio coi protagonisti, ma non meno potenti.



-- Ma… quei due, mi hanno chiesto di farlo! Devono dirmi dov’è andato il drago!— Cercò di giustificarsi.                                                                                                                                                    -- Io sono il Quosat, il protettore dell’alveare. Sei stupito del mio aspetto? Ora mi vedi in fattezze a te familiari. In realtà la mia antica essenza è molteplice e può mutare d’aspetto e forme come io desideri. Molto di più ti stupiresti se ti fosse rivelata!– Rispose il vegliardo.  – Ti abbiamo osservato mentre parlavi con i cuccioli Thutka. Non sono malvagi, ma dispettosi e insolenti. Vivono in cavità sotto gli alberi e sono golosi di miele, farebbero qualunque cosa pur di averne un po’! Non possono aver visto il grande uccello passare, troppo in basso è il loro mondo.  Ti hanno mentito affinché tu salissi a rubare il miele per loro!  --                                                                                                                                                                                             Juky si sgomentò: tanto sforzo e rischio per nulla! Guardò sconsolato verso il basso dove la sorella aspettava con trepidazione insieme ai due impostori.


Il potenziale immaginifico avrebbe avuto la forza per sostenere una narrazione più ampia, un romanzo più lungo e disteso.

Mi sono divertito a leggere questa storia e la ripetizione della parabola, fra gli inevitabili egoismi e prepotenze dei cattivi di turno, non hanno mancato di sollecitare un sospiro di disincanto pur nel favoloso mondo in cui mi sono trovato.

Il consiglio è quello di leggere questa avventurosa traversata della terra immaginata da Belloni senza tenere troppo stretto il timone, lasciandosi sballottare dalle apparizioni sotto lo sguardo comprensivo della grande tartaruga sempre pronta a venirci in soccorso se rischiamo di affogare. 


L' autrice di questo libro, Cristina Belloni, è una founder di Cam.tv! Vai a scoprire il suo canale


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