Andrea Michelotti

Founder Senior

Prisma – Le diverse facce della fantascienza italiana -

2019-09-19 17:23:24

Recensione - tempo lettura 3 minuti -

Le tribù dei lettori, nel tracciare il proprio territorio, segnano i confini d’appartenenza attraverso molte categorie. Una delle più usate è il “genere letterario preferito”. La qual cosa non è priva di senso, fosse anche solo per orientarsi nell’immensa offerta di letture di cui possiamo disporre. Ma quando il valore di un’opera è alto, anche se palesemente appartenente ai canoni di un genere, scegliere una lettura solo in base a questa variabile è riduttivo e controproducente. Simenon è un autore di gialli ma anche se odi il “genere gialli” non puoi non trovare nei suoi romanzi una fonte di piacere e stupore che ti ripaga di qualunque personale idiosincrasia.


È il caso di questa raccolta di racconti. Prisma Vol.1 (Moscabianca Edizioni – 2019 - 222 pagine, 14 euro) si presenta come una scelta di racconti fantascientifici di giovani autori italiani, ma è qualcosa di più. Intanto gli autori sono tutti under 40, ma i loro curriculum parlano di persone già ampiamente coinvolte nelle diverse attività che oggi più che mai compongono il termine “letteratura”. Le pagine di presentazione sono utili a capire le molteplici esperienze e pubblicazioni che hanno formato questi scrittori e il loro impegno in questo complesso (e poco generoso) mondo editoriale. Se volete cercarne qualcuno, per farvi un’idea, questi i loro nomi: Andrea Cassini, Diletta Crudeli, Jimmy Fontana, Simone Giraudi, Luca Guiso, Loreta Minutilli, Matteo Moscarda, L.K. Peka, Claudia Petrucci, Donato Rotelli.

Ho apprezzato di questa raccolta principalmente tre aspetti.

Innanzitutto l’altissima qualità delle diverse scritture. Pur con stili diversi, è innegabile che ogni autore ha padronanza della propria voce narrante e mette a servizio delle storie un linguaggio adeguato alle atmosfere e ai personaggi che mette in scena. Così come anche il volume nel suo insieme è curato e di ottima qualità, e qui va dato merito anche all’editore che io non conoscevo.

In secondo luogo c’è il divertimento. Se mentre leggo non mi diverto, per quanto meravigliosamente scritto e per quanto profonde le sue riflessioni possano essere, quel libro per me finisce nei “bruttini”. Facilitato dalla grande varietà di ritmi, stili e temi, questa è una raccolta che si divora divertendosi.

Infine, e qui torno al discorso iniziale sul genere, la fantascienza in molti di questi racconti è un “luogo” dove si sviluppano temi complessi, attuali, a volte intimi e personali. Ci sono storie d’amore che attraversano secoli e universi che si spengono, eroi che stanno perdendo la loro identità per mano di esseri extraterrestri, forse ultraterreni, ma le tematiche riguardano coloro che leggono oggi, attraverso la lente deformante della fantascienza.


Io l’ho letto, e fossi in voi farei altrettanto. Anche se non amate il genere.