Andrea Grosso GP

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CoLLio oRieNTaLe (Ud/Go - Italy)

2018-10-18 07:43:12

Canon EOS 5D Mark III - Canon EF24-70mm f/2.8L II USM - © a n d r e a g r o s s o - Un melting pot di culture, una terra in cui uomo e ambiente vivono ancora in perfetto equilibrio. È il Collio, un piccolo...

Un melting pot di culture, una terra in cui uomo e ambiente vivono ancora in perfetto equilibrio. È il Collio, un piccolo territorio del Friuli Venezia Giulia, nei dintorni di Gorizia tra le Alpi Giulie e il mare Adriatico, ricco di storia e con un patrimonio enogastronomico così prezioso da essere conosciuto ormai in gran parte del mondo.

Qui convivono culture, lingue e tradizioni differenti: in questa terra di confine si trovano infatti elementi friulani, sloveni e austriaci. Ma qui convivono anche dolci colline e boschi con castelli, borghi e aziende viticinicole. L’armonia e il silenzio predominano regalando scenari suggestivi e rilassanti.

Per chi non è friulano è un’area non meglio definita del Friuli. Se va bene. Ma il Collio è un territorio tanto piccolo quando intenso, come solo sanno esserlo le terre di confine.

Siamo appunto in Friuli, in un’area geograficamente delimitata dal fiume Isonzo e dal suo affluente Iudrio, 150 km quadrati divisi fra la provincia di Gorizia e la Slovenia.Non è il Carso, non è la Carnia. Qui c’è la ponca, un terreno composto da marne e arenarie stratificate, che oltre ai geologi e a pochi curiosi interessa gli enologi. Perché è questo tipo di terreno che dà ai vini mineralità e salinità. E i vini del Collio sono il Collio. Non solo i bianchi che danno lustro all’Italia in tutto il mondo, ovvero ribolla gialla, pinot grigio, sauvignon, picolit e il friulano…

Parentesi: il friulano è ancora una ferita aperta, qui: formalmente si chiama così, ma era il tocai e per tutti rimane il tocai, con buona pace dell’Ungheria che dal 1995 ne ha ottenuto l’uso esclusivo del nome, anche se tra i due vini c’erano così tanti km e così tanta differenza che forse quella guerra non era necessaria.

Dicevamo dei vini: poi ci sono i rossi, pignolo (o pignoletto) e refosco dal peduncolo rosso. E lo schippettino, quel rosso dai sentori speziati e pepati unico al mondo.