‘[Martin] aveva una casetta piccolina in Canadà,
con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà,
e tutte le ragazze che passavano di là
dicevano: "Che bella la casetta in Canadà!"
Ma un giorno, per dispetto, Pinco Panco l'incendiò
e a piedi poveretto senza casa lui restò.
"Allora che cosa fece?" - Voi tutti chiederete,
ma questa è la sorpresa che in segreto vi dirò:
Lui fece un'altra casa piccolina in Canadà,
con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà,
e tutte le ragazze che passavano di là
dicevano: "Che bella la casetta in Canadà!"’
Ecco, questa Casetta in Canadà (canzone scritta da Mario Panzeri e Vittorio Mascheroni), continuamente ricostruita da Martin nonostante i sabotaggi di Pinco Panco, era diventata, nel mio immaginario di bambina, un simbolo della determinazione nel realizzare le proprie ambizioni e del farlo seguendo degli standard di eccellenza, nonostante le avversità e le ingiustizie.
Quindi, quando, qualche anno fa, mi trovai a Vancouver esattamente durante la settimana del Canada Day - festa nazionale canadese -, decisi di ringraziare il Canada per l’insegnamento, celebrando insieme ai canadesi. E decisi di farlo in grande, prendendo parte a un gigantesco BBQ tutto a base di… salmone! Attenzione, non un salmone qualunque, ma addirittura il Wild Pacific Sockeye Salmon!
Seguendo l’esempio di Martin, niente e nessuno mi avrebbe impedito di vivere questa esperienza. Nemmeno il fatto che, essendo festivo, i trasporti pubblici fossero ridotti, anzi, virtualmente assenti. Infatti, avevo preparato la mia mappa e, dopo un’analisi attenta, mi ero detta che il percorso dal mio B&B al luogo del BBQ potesse essere fatto tranquillamente anche a piedi. Butto il mio mini thermos nello zaino e mi metto in marcia.
Ora, se qualcuno di voi è mai stato in Nord America sicuramente saprà che le distanze sulle mappe sono a dir poco fuorvianti e quello che sembra vicino in realtà non lo è! Ecco, io all’epoca non lo sapevo. Lo avrei imparato 4 ore (e rotti) dopo, quando, finalmente, dopo un’estenuante camminata sotto il sole di luglio tra prati e strade multicorsia (dove c’era posto per ogni esemplare di veicolo possibile ma non per pedoni disorientati), ho intravisto uno dei padiglioni dell’evento, con la bandierina del Canada sventolante, a testimonianza che, almeno, non avevo attraversato la frontiera.
Il salmone era buonissimo e le persone di un’allegria rara e contagiosa. Mi sembrava davvero di poter ammirare ‘vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà’! La mia testa in fiamme e le suole delle scarpe fuse (davvero!), però, mi han fatto pensare che avrei potuto realizzare questa mia ambizione in una maniera migliore. Con più efficacia. Con meno fatica. Decisamente.
Mentre le ambizioni sono quello che vuoi ottenere in un futuro prossimo venturo, gli standard sono quello di cui ti servi, ti nutri e ti circondi nel presente. E se i tuoi standard non sono all’altezza delle tue ambizioni, beh, appunto: che spreco e che fatica! È un po’ come comprare un modernissimo lampadario a sospensione in vetro di Murano e poi cercare di installarlo saltellando su un piede solo e sperando che a un certo punto si attacchi al soffitto per magia… saresti già fortunato se il vetro non si frantumasse!
Se vuoi ottenere qualcosa, devi vivere la vita secondo quegli standard che:
Potresti pensare che per avere successo devi avere grandi ambizioni. Non è così! Ogni ambizione è preziosa, non importa se grande o piccola. Sono gli standard che fanno la differenza. In breve: la qualità della tua vita e le possibilità che emergono nella tua vita sono lo specchio dei tuoi standard.
Tornando alla mia avventura. Apparentemente avevo creato tutte le condizioni per la realizzazione della mia ambizione. E, infatti, l’ho realizzata. Mi è rimasta però la sensazione che mancasse qualcosa per poter dire di essere stata completamente soddisfatta. Oggi so che quel qualcosa era un alto standard di rispetto per me stessa. Standard che all’epoca avevo candidamente rimpiazzato con la convinzione che non si ottiene nulla di significativo senza sacrificio. Insomma, non avevo messo in pratica l’insegnamento di Martin…
Quella volta sono stata fortunata, in fondo si trattava di una microscopica ambizione e 4 ore (e rotti) di marcia alla fine sono fattibili. Ma immagina se avessi applicato gli stessi standard a un viaggio più lungo (e se il BBQ fosse stato in Alaska?) oppure a un’ambizione di più ampio respiro (e se fossi stata io una delle persone incaricate di grigliare il salmone per tutti?): non sarei mai arrivata in tempo, mi sarei persa tutto il divertimento e avrei faticato per niente!
E adesso a te!
Quali standard devi implementare nella tua vita per creare un terreno fertile per le tue ambizioni?
Concentrati su un’area della tua vita che ha bisogno di un cambio di look e stila la top 10 degli standard che da oggi la definiranno, proprio come se fossi impegnato a rinnovare il tuo guardaroba. Lasciati sorprendere e… buon divertimento!