Il prossimo passo.

Mi piace finire un anno con un’immagine simbolo che lo rappresenti. Quest’anno ero arrivata alla seconda metà di dicembre senza averne ancora trovata una. Niente di quello che avevo raccolto mi sembrava degno di rappresentare un anno davvero complesso come il 2020.  

Fino al 17 dicembre, quando, passeggiando nella Isle of Dogs (Docklands) di Londra, mi sono ritrovata davanti la sintesi esatta di quello che il 2020 è stato per me. 

Ecco qui sotto la foto che ho scattato (sì, la risoluzione non è il massimo, ma ho onorato il carpe diem con quello che avevo a disposizione!).

Perché questa immagine rappresenterebbe il 2020? Perché racchiude in sé le conseguenze attuali e oggettive della realtà che tutti abbiamo vissuto quest’anno, ma anche i semi e le possibilità del futuro. Cosa voglio dire?

Realtà

Questo è uno dei centri della finanza di Londra. Fino a dieci mesi fa pullulava di gente: turisti, joggers, business people e lavoratori del settore terziario in genere. Come puoi notare, nonostante fosse un giorno lavorativo, in giro non c’era quasi nessuno. Battelli fermi, ristoranti chiusi, grattacieli vuoti…e locali in affitto (inclusi quelli di una sede della Royal Docks, che è pure un’agenzia immobiliare!). Ora la gente lavora da casa (ho letto di una persona che ha usato per settimane un asse da stiro come scrivania!), almeno chi ha ancora un lavoro…

C’è una sensazione di ‘incompiuto’. In particolare, mi hanno molto impressionato tutte quelle vetrate che si aprivano sul cielo, ma senza più luci. Mi sembrava di sentire il grido di questi giganti di vetro e cemento che, dopo una vita glitterata e al centro dell’attenzione, sono caduti nel dimenticatoio, si sono resi conto di non essere indispensabili, si sentono abbandonati e si chiedono: ‘E adesso che si fa?’

Possibilità

Ma in mezzo a tutta questa atmosfera un po’ spettrale, c’era un elemento di contrasto. Lo vedi quel puntino bianco sul Tamigi? È un baby gabbiano. Così piccolo, discreto e delicato (quasi non lascia una scia nell’acqua). Non sa tanto del mondo degli uomini, ha solo capito che ora per lui le condizioni sono favorevoli e allora sfrutta questo momento al massimo. Non avendo mai sofferto del complesso di inferiorità rispetto ai giganti, per coerenza ora non pecca di superiorità (e qui risiede la saggezza di Madre Natura!). Semplicemente, si mette in movimento e segue una direzione ben studiata, che lo porterà dove vuole andare. Con determinazione e serenità (secondo me, è un gabbiano ambiziosamente libero!). 

La vita continua. La vita si rinnova. La vita è fatta di pausa e di azione. Per ogni grattacielo in pausa c’è un baby gabbiano in movimento, per ogni gabbiano che si riposa c’è un grattacielo che inizia la sua scalata verso il Sole.

Quindi, la domanda che mi viene in mente per il 2021 è: ‘Qual è il prossimo passo?’

Mi ricordo quando ho visitato il Museo di Londra. Francamente pensavo sarebbe stata un’esperienza noiosa e, invece, mi ha lasciato un’idea potentissima sul ‘prossimo passo’. C’è sempre un ‘prossimo passo’, anche quando la situazione è talmente compromessa che sembra impossibile ipotizzare un ‘dopo’. Penso al Grande Incendio che nel 1666 distrusse buona parte di Londra e si prese molte vite: accadde poco dopo che a Londra ci fu una drammatica epidemia di peste (come dire: non c’è limite al peggio!) e si spense solo dopo qualche giorno, non si sa se perché venne domato o perché non era rimasto nulla da bruciare! Londra fu ricostruita e da allora è in continuo rinnovamento. Ma questa rinascita non è prerogativa di Londra: ne trovi tantissimi esempi in tutte le epoche e in tutto il mondo!

Non vedo l’ora di scoprire cosa diventeranno questi giganti vuoti. Quale sarà il ‘prossimo passo’ per loro? 

Buona fine 2020 e buon 2021 a tutti voi, in onore del ‘prossimo passo’. 

Che possiate sperimentare nel 2021 le parole di Tosha Silver: 

‘Lascia venire quello che vuole venire. Lascia andare quello che vuole andare. Se è tuo resterà. Altrimenti, qualcosa di meglio lo sostituirà.’