Marco Boscarato

Cucina, cibo, storie. Poesia!

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Marco Boscarato

Cucina, cibo, storie. Poesia!

2023-02-02 23:18:13

Due soli, un assieme.

Tra Caposile e Portegrandi, all'ora del tramonto, nel giorno di Candelora, 2 febbraio 2023.

by Marco Boscarato
Marco Boscarato

Cucina, cibo, storie. Poesia!

2022-12-31 07:53:44

Chiuse le prenotazioni per il nostro “Sogno di una notte di inizio inverno”, chiusa la raccolta di richieste per asporto, nel ricordarvi che come ogni anno siamo APERTI IL GIORNO 1 GENNAIO con un menu beneaugurante e confortante, adatto alla festa ma anche a chi ha fatto festa e cena grande la notte prima, vogliamo farvi i nostri migliori auguri per l’anno a venire con questa frase di Mario Rigoni Stern, tratta da “Il sergente nella neve”, in cui racconta un suo ingresso improvviso in una casa durante la ritirata dal Don, nel corso della seconda guerra mondiale, inseguiti dai soldati russi. Che sia un anno di umanità più consapevole!

“Corro e busso alla porta di un’isba. Entro. Vi sono dei soldati russi. Dei prigionieri? No. Sono armati. Con la stella rossa sul berretto! Io ho in mano il fucile. Li guardo impietrito. Essi stanno mangiando attorno alla tavola. Prendono il cibo con un cucchiaio di legno da una zuppiera comune. E mi guardano con i cucchiai sospesi a mezz’aria. – Mnie khocetsia iestj – (“Vorrei mangiare”) dico. Vi sono anche delle donne. Una prende un piatto, lo riempie di latte e miglio, con un mestolo, dalla zuppiera di tutti, e me lo porge. Io faccio un passo avanti, mi metto il fucile in spalla e mangio. Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. I bambini mi guardano. Nessuno fiata. C’è solo il rumore del mio cucchiaio nel piatto. E d’ogni mia boccata. – Spaziba, - dico quando ho finito. E la donna prende dalle mie mani il piatti vuoto, - Pausasta, . mi risponde con semplicità. I soldati russi mi guardano uscire senza che si siano mossi. Nel vano dell’ingresso ci sono delle arnie. La donna che mi ha dato la minestra, e venuta con me come per aprirmi la porta e io le chiedo a gesti di darmi un favo di miele per i miei compagni. La donna mi dà il favo ed esco. Così è successo questo fatto. Ora non lo trovo affatto strano, a pensarvi, ma naturale di quella naturalezza che una volta dev’esserci stata tra gli uomini. Dopo la prima sorpresa tutti i miei gesti furono naturali, non sentivo nessun timore, né alcun desiderio di difendermi o di offendere. Era una cosa molto semplice. Anche i russi erano come me, lo sentivo. In quell’isba si era creata tra me e i soldati russi, e le donne e i bambini un’armonia che non era un armistizio. Era qualcosa di molto di più del rispetto che gli animali della foresta hanno uno dell’altro. Una volta tanto le circostanze avevano portato degli uomini a saper restare uomini. Chissà dove saranno ora quei soldati, quelle donne, quei bambini. Io spero che la guerra li abbia risparmiati tutti. Finché saremo vivi ci ricorderemo, tutti quanti eravamo, come ci siamo comportati. I bambini specialmente. Se questo è successo una volta potrà tornare a succedere. Potrà succedere, voglio dire, a innumerevoli altri uomini e diventare un costume, un modo di vivere.”

by Marco Boscarato
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Marco Boscarato

Cucina, cibo, storie. Poesia!

2022-06-08 04:49:24

DI NOI

Di noi non resterà più nulla

o un fuscello in croce

sfuggito a un carico di fieno

sulla siepe,

per un uccello

che fa il nido

o per la terra

che accumula

e frantuma.

[Ciò che accompagna e accomuna i miei studi di tradizioni popolari e la mia poesia è la meditazione costante sul nostro apparire impercettibile nell'universo dove però la vita segna un arco incrociandosi con altre vite e accendendo quelle nuove, prima di scomparire, ma non nel nulla.]

Novella Cantarutti (1920-2008)

(Foto di Danilo de Marco)

by Marco Boscarato
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