Allaround Sostenibilità

I giovani del XX secolo sempre più sensibili verso l’ambiente

2020-05-16 14:35:55

Se vuoi vendere ai millennial, meglio investire sulla sostenibilitàIl futuro è dei giovani che, speriamo al più presto, orienteranno tutte le attività e i mercati verso la sostenibilità.

I giovani del XX secolo sempre più sensibili verso l’ambiente

Se vuoi vendere ai millennial, meglio investire sulla sostenibilità

Il futuro è dei giovani che, speriamo al più presto, orienteranno tutte le attività e  i mercati verso la sostenibilità.

Riportiamo per informazione, e integralmente, l’articolo di Wired con il link relativo

https://www.wired.it/economia/consumi/2019/04/30/sostenibilita-enel/

Il 75% dei consumatori più giovani ci tiene all’impegno ambientale delle imprese. Ed è disposto a cambiare abitudini di acquisto se queste hanno un riflesso positivo sull’ambiente

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New York (Stati Uniti) – Il 75% dei millennial dichiara di essere disposto a cambiare le proprie abitudini di acquisto per premiare le aziende che si mostrano sostenibili dal punto di vista ambientale. La cosiddetta generazione Y – che racchiude i nati tra il 1981 e il 2001 – spinge le imprese a modificare abitudini consolidate per ridurre al minimo il loro impatto sul clima. Il dato è emerso nel corso di Enel focus on, evento organizzato dalla società energetica italiana a New York per indagare il rapporto tra sostenibilitàcomportamento negli acquisti dei consumatori.

Chi compra – ha spiegato Cyrus Wadia, Sustainability leader – ha un potere immenso: ogni giorno esprime il suo voto e può condizionare con le scelte le dinamiche di mercato”.

La buona notizia è che il trend sembra essere chiaro. Secondo i dati mostrati da Wadia, più ci si sposta in avanti nel tempo e maggiore è l’attenzione verso temi green. Il 75% dei millenial si contrappone al 46% della precedente generazione X e al misero 34% dei baby boomers.

Perché la sostenibilità

“La sostenibilità – ha rilanciato Wadia – è un elemento centrale per il modello di business di questo secolo. Molte aziende stanno investendo, ma non ce n’è una che abbia trovato la ricetta perfetta”. A fare la differenza, ha spiegato Wadia che ha un passato da vice presidente Nike, saranno quei pionieri che riusciranno a innovare il sistema dall’interno, facendo pesare la loro corporate leadership.

Per ottenere i risultati, ha messo in guardia l’ex manager, “servono risorse e organizzazione”, ma chi vorrà esserci tra 25 anni dovrà agire subito. Puntare sulla “sostenibilità – ha spiegato Wadia – non è uno sterile esercizio da attivisti ambientalisti. Si tratta di capire come sopravvivere, crescere e intercettare i bisogni dei consumatori”.

Chi ogni giorno passa tra gli scaffali, ha evidenziato Antonio Cammisecra, amministratore delegato di Enel green power, affida proprio alle imprese il compito di agire per tutelare le risorse ambientali. In base ad un sondaggio citato dall’ad, il 64% degli intervistati ritiene che gli ad mondiali dovrebbero scommettere sulla sostenibilità senza aspettare che arrivino input da parte di burocrazia e governi.

“Le grandi corporation – ha sottolineato Cammisecra – hanno chiaro l’obiettivo e vogliono evolversi con ambiziosi obiettivi di sostenibilità; ma d’altro canto, in alcuni casi vediamo ancora delle resistenze quando si chiede di rendere più chiare le metriche che misurano la sostenibilità nella produzione”.

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L’ambizione, ha rilanciato Cammisecra, è convincere le grandi imprese a far diventare la sostenibilità ambientale qualcosa di irrinunciabile per il proprio core business: “Bisogna realizzare prodotti sostenibili, metterli sul mercato, coinvolgere le persone e abituare i consumatori a scegliere quel tipo di prodotti”.

“Questo può innescare un circolo virtuoso per convincere tutte le imprese a seguire gli stessi criteri di sostenibilità ambientale. L’offerta, in questo caso, può innescare la domanda”, ha sottolineato il numero uno di Enel green power che negli Stati Uniti d’America eroga energia pulita, tra gli altri, a Facebook, CitiBank, Anheuser-Busch e Google.

Il ruolo della tecnologia

Una spinta verso questa sorta di selezione naturale può arrivare dalla tecnologia che può accelerare una transizione considerata ormai inevitabile. “La tecnologia – ha detto Wadia – ci dà la possibilità di fabbricare prodotti mantenendo un livello alto di qualità, con impatto ambientale sempre più vicino allo zero. Produrre usando energia da fonti rinnovabili è fondamentale, ma bisogna puntare molto sull’innovazione aperta e sostenibile per elaborare processi di manifattura con scarto di materiale nullo”.

Tendere verso questo obiettivo potrà contribuire in futuro ad azzerare anche il gap del costo tra prodotti più o meno sostenibili. “Viviamo in un periodo di transizione e in ogni periodo di transizione ci sono sempre turbolenze: è vero – ha ammesso l’ex vice presidente Nike – che alcuni prodotti sostenibili sono più costosi di quelli che non lo sono. Ma più imprese avranno un approccio corretto e sempre più e più prodotti saranno sul mercato offrendo le stesse performance, gli stessi costi e una minore impronta ambientale.

I giovani del XX secolo sempre più sensibili verso l’ambiente;I giovani del XX secolo sempre più sensibili verso l’ambiente.