Alessio Tanca

Il 5G fa male alla salute? Cos’è il 5G e pareri a confronto

2019-08-08 12:35:25

Sono in molti a domandarsi: ma il 5G fa male? Si susseguono pubblicazioni favorevoli o contrarie a questa tesi, cerchiamo di fare chiarezza.Autore: Michela Calculli

l 5G è il nuovo standard di comunicazione dei device mobili (smartphone, tablet e qualsiasi altro oggetto connesso alla rete mobile). Si tratta della forma di comunicazione attualmente più evoluta e che garantisce velocità di download e upload molto più elevata di quella a cui siamo abituati.

Cos’è il 5G

Il diffondersi del 5G, oltre che migliorare la velocità di comunicazione, consentirà un maggior sviluppo dell’IoT (Internet of Things o Internet delle Cose) e cioè di tutti quegli oggetti direttamente connessi a Internet.


Molto interessante l’applicazione dell’IoT (Internet delle Cose, cioè gli elettrodomestici collegati in rete) alla chirurgia a distanza (con medici che riusciranno ad effettuare interventi a migliaia di chilometri dal paziente utilizzando braccia elettroniche connesse alla rete) che sarà possibile poiché con il 5G si può arrivare ad azzerare la latenza, il tempo cioè che passa tra il comando e l’esecuzione dello stesso.

Il 5G fa male? Chi dice di sì

Nel nostro Paese nel 2019 sono in atto diverse sperimentazioni 5G nelle grandi città (prima fra tutte Milano), avviate da operatori telefonici in collaborazione con le case costruttrici degli apparati di trasmissione (a partire dalle antenne).


E con l’avvio delle sperimentazioni, hanno subito preso piede le polemiche circa la dannosità per la salute del nuovo standard di trasmissione.


Una delle maggiori forze in campo che afferma la dannosità del 5G è l’Alleanza Stop 5G, gruppo cui aderiscono il magazine Terra Nuova, Oasi Sana, Associazione italiana elettrosensibili, Associazione elettrosmog Volturino, Istituto Ramazzini, Associazione obiettivo sensibile, comitati Oltre la MCS e No Wi-Fi Days. Il gruppo ha raccolto 11mila firme per chiedere la sospensione del 5G ed è approdato alla Camera dei Deputati in audizione.


I pericoli del 5G si baserebbero su due studi in particolare quello dell’Istituto Ramazzini e quello del National Toxicology Program americano, che rivelano un possibile aumentato rischio di tumore per l’esposizione di ratti a onde elettromagnetiche su frequenze usate dal 2G e dal 3G.


A potenziare le tesi del “no al 5G” la necessità di costruire nuove reti per adottare questo standard e la numerosità degli oggetti connessi che andrebbero ad aumentare il traffico a livello esponenziale.