Alessia Lenoci

Founder Junior

Non solo animali, anche il 40% delle piante e dei funghi è a rischio estinzione

2020-10-05 12:39:54

Il 40% delle specie vegetali mondiali è a rischio di estinzione. A dirlo sono gli ultimi dati globali resi noti da un rapporto internazionale, opera degli esperti del Royal Botanical Gardens, Kew, nel Regno Unito, con la collaborazione di studiosi di tutto il mondo.

Ci preoccupiamo spesso delle specie animali che rischiano l’estinzione sottovalutando il fatto che, purtroppo, anche quelle vegetali sembrano avere lo stesso destino. 2 su 5 in tutto il mondo sono a rischio di estinzione a causa della distruzione degli habitat naturali. È questo il triste scenario fotografato dallo “State of the Worlds Plants and Fungi“.

Il rapporto, guidato dal professor Alexandre Antonelli, direttore scientifico del Royal Botanical Garden, ha coinvolto 210 scienziati di 42 paesi e fornisce valutazioni sull’attuale conoscenza in merito alla diversità di piante e funghi sulla Terra, sulle minacce globali che è necessario affrontare e sulle politiche utili a salvaguardare le specie.

Il report, prodotto ogni anno dal 2016, combina per la prima volta piante e funghi, fornendo un approfondimento molto utile su come possiamo proteggere la biodiversità delle specie vegetali a beneficio delle persone e del pianeta.

Vi è infatti un aspetto molto importante da considerare: piante e funghi sono alla base della vita sulla Terra e alcune specie in particolare sono essenziali alla sussistenza umana. Tante altre poi sono un vero e proprio “scrigno del tesoro” inutilizzato di cibo, medicinali e biocarburanti che potrebbero aiutarci ad affrontare molte delle più grandi sfide dell’umanità, sostengono gli scienziati che hanno scritto il rapporto.

È necessario dunque impegnarsi in maniera seria e rapida per trovare e identificare le specie e salvarle da un destino di estinzione.  

Purtroppo alcuni leader mondiali ancora non riconoscono il problema o quanto meno hanno deciso che non è una delle priorità su cui lavorare. Proprio ieri vi avevamo parlato dei paesi che non hanno accettato di firmare l’impegno dei leader mondiali per la biodiversità.

fonte: greenme.it