Alessia Lenoci

Founder Junior

Maggio degli alberi - 8. L'AILANTO

2020-05-08 16:29:51

Conoscete l'Ailanto? Definito "l'albero del Paradiso", "albero puzzone", "albero maledetto", "emergenza botanica".

Si tratta di una specie infestante originaria della Cina, ma ormai naturalizzata in Europa e anche in Italia. 

L’ailanto fu inizialmente importato in Europa dall’Asia per allevare la Philosamia cynthia, un lepidottero. Successivamente fu impiegato come pianta ornamentale per il suo rapido accrescimento e per la sua rusticità. L’ailanto è infatti molto adattabile a vari climi e suoli, tollera la carenza di acqua e di sostanze nutritive per periodi prolungate e si sviluppa velocemente. 

Adesso è diventata una cosiddetta emergenza botanica per il suo alto potere infestante. Oltre che per seme, l’ailanto infatti si propaga anche per via vegetativa per mezzo dell’esteso e vigoroso apparato parato radicale che può estendersi fino a quindici metri di distanza dalla pianta madre generando nuove piante.

Cresce ovunque, se guardate i bordi delle strade, delle ferrovie, lo vedrete ovunque rigogliosissimo e forte come pochi.

Quello che lo rende per molti una pianta ostile è che l’ailanto, come il noce, secerne una tossina che impedisce l’attecchimento di altre specie di alberi nelle sue vicinanze. Finisce così per monopolizzare intere aree a scapito di piante autoctone.

Il nome volgare di Albero del paradiso gli è stato conferito perchè sembra estendersi in altezza fino a toccare il cielo.

Mediamente supera anche i 20 metri in altezza ed ha una crescita rapidissima.


L’invasività dell’ailanto non riguarda solo l’Italia: l’European and Mediterranean Pant Protection Organization lo ha infatti incluso tra le specie invasive che necessitano di un controllo da parte dell’uomo.

Il controllo dell’ailanto risulta però particolarmente complicato perché, come abbiamo visto, si tratta di una pianta resistente e in grado di propagarsi velocemente. Oltre a questo, eliminare gli esemplari è difficile e non ha sempre successo. Quando gli alberi vengono abbattuti tagliando il tronco alla base, sono infatti in grado di sviluppare nuovi getti dalle radici.

I metodi chimici per il controllo dell’ailanto risultano più efficaci ma presentano numerosi svantaggi tra cui l’inquinamento di zone anche protette. L’unica soluzione definitiva sembra quindi l’eradicazione delle piante con asportazione delle radici, metodo assai complicato da attuare.


Il controllo di specie infestanti come l’ailanto è reso necessario proprio per salvaguardare il paesaggio e la biodiversità che coinvolge la flora e la fauna del territorio. 

 A me questa pianta affascina moltissimo.

Se volete approfondire ho fatto una lettura interessantissima che vi consiglio vivamente a questo link:


http://www.alpinismomolotov.org/wordpress/2016/06/01/ailanto-albero-maudit-che-porta-il-paradiso-fra-il-cemento/


...aspetto le vostre considerazioni.


Lo scorso anno sono andata a trovare un'amica nelle Marche che aveva appena abbattuto una vera e propria foresta di Ailanti presa anche lei dalla psicosi dell'invasione. Insieme abbiamo meditato sulla forza di questa pianta e di quanto sia in realtà una specie incredibile, probabilmente solo da accettare e farsi amica! Anche perché ricresce e rinasce continuamente fregandosene dei nostri punti di vista! Insomma, un tema su cui riflettere, e l'articolo in link è davvero illuminante!-