Alessia Lenoci

Founder Junior

Maggio degli alberi - 17. LA PALMA

2020-05-17 12:43:56

Oggi nella rubrica Maggio degli alberi, protagonista è la Palma da Cocco, questo esile albero fra le dieci piante più importanti del mondo.

La palma può raggiungere ii 30 mt. di altezza e i suoi frutti sono delle grosse noci dalla polpa dolce e gustosa dai cui semi si estrae un olio pregiato.


Nelle zone tropicali, milioni di persone attingono alle noci di cocco come principali fonti di grassi e proteine. La pianta intera è essenziale in ogni sua forma ed costituisce base di vita di intere popolazioni. Alle soglie del terzo millennio, il suo centro genetico d'origine è ancora un mistero irrisolto, sia perché i frutti si disperdono per mezzo delle correnti, sia perché è stata diffusa dai popoli che colonizzarono le isole oceaniche. Negli ultimi 250 anni gli studiosi hanno proposto teorie diverse: America Centrale, Polynesia, Malaya, Fiji.

Il nome scientifico di noce di cocco è Cocos nucifera. I primi esploratori spagnoli la chiamarono Coco, che significa "faccia di scimmia", perché le tre tacche (occhi) sul dado peloso assomiglia alla testa e alla faccia di una scimmia. Nucifera significa "dado-cuscinetto".
La palma da cocco è dunque una delle più importanti piante per il genere umano, possiede un elevato dinamismo migratorio, che, pur essendo un fattore essenziale della sua ecologia, seguendo complessi mutamenti ambientali, geofisici e bio-climatici, non è a tutt’oggi ancora ben conosciuto. Il suo luogo d’origine, infatti, permane un mistero, persiste alle scoperte scientifiche del terzo millennio, come uno degli ultimi grandi enigmi insoluti della biologia vegetale. Poiché le fasi di diffusione, le vie migratorie, l’età e il luogo d’origine della palma da cocco non sono ricavabili con sicurezza partendo dalla distribuzione attuale, la sua patria d’origine è controversa.

Si ritiene che sia originaria dell'arcipelago indonesiano e che nell'antichità si sia diffusa in tutta l'area del Pacifico, con numerose varietà (alcune a portamento nano) che si differenziano per il colore, la grandezza e la forma del frutto. Gli europei (portoghesi e spagnoli) scoprirono il cocco esplorando le coste occidentali dell'America centro-meridionale, e dal 1525 cominciarono a coltivarlo diffondendolo anche sulle coste orientali.


La leggenda 

Vi era una volta un giovane del Kerala, uno stato dell'India meridionale, che, pur essendo nato in una famiglia di pescatori, non era capace di prendere neanche un pesce.Provò in tutti i modi, con ami, reti, fiocine, ma senza alcun risultato.Divenne così sempre più povero e affamato e diventò oltremodo lo scherno di tutto il villaggio.
Decise quindi di imparare l'arte della magia: si recò da un potente mago che gli insegnò come togliersi la testa dal corpo. Quando alla sera la spiaggia era deserta e tutti i pescatori avevano fatto ritorno ai loro villaggi con la pesca quotidiana, il giovane arrivava e, nascosto in un angolo buio, si toglieva la testa dal collo e si tuffava nell'oceano.I pesci, che non avevano mai visto qualcosa di simile, si ammassavano a frotte intorno alla strana creatura ed i pesci più piccoli, incuriositi, entravano addirittura nel corpo del giovane pescatore attraverso il collo. Era quello il momento in cui egli nuotava rapido fino a riva, svuotava il suo corpo da tutti i pesci e si rimetteva la testa sul collo per ritornare felice al suo villaggio e mostrare orgoglioso ai suoi compaesani il suo ricco bottino.
Non ci volle molto però per far nascere nel villaggio la curiosità per una tale trasformazione: niente reti, nessuna fiocina e nessun segno di lui alla spiaggia quando gli altri pescatori si trovavano per andare in mare.
E la curiosità, che nacque discreta in un bisbiglio, crebbe in fretta e rumorosamente.Un giorno un bambino decise di seguirlo. Di nascosto lo vide togliersi la testa e tuffarsi nell'oceano. Il bimbo allora uscì dal suo nascondiglio e, presa la testa, corse via. A poca distanza, però, si accorse che era troppo pesante per lui e decise di gettarla in un cespuglio.
Quando il giovane pescatore uscì dall'acqua e non trovò più la testa, fu preso dal panico. Cercò e cercò ovunque senza risultato ed alla fine, siccome stava perdendo tutti i suoi poteri, si rituffò in mare e divenne un pesce.
Il bambino intanto, era giunto al villaggio ed ora ritornava verso la spiaggia seguito da tutti gli abitanti del villaggio incuriositi dal "miracolo della testa". Ma quando arrivarono dinanzi al cespuglio ove il bambino aveva gettato la testa, trovarono che questo si era trasformato in una palma alta e sottile dalla quale pendevano delle noci.Ognuna di quelle noci aveva la faccia del giovane pescatore.E fu così che la palma da cocco venne creata. 


La noce di cocco, originaria dell'Asia, è' diventata il frutto simbolo dei paesi tropicali dopo essere approdata, trasportata dalle correnti marine e naturalmente dall'uomo sulle coste di questi paesi dove si è subito ampiamente diffusa. Questo frutto, oltre a essere un eccezionale concentrato energetico, è anche protagonista di antichi rituali nel suo paese d'origine: l'India.
Un frutto dalle grandi responsabilità fin dalle epoche più remote; per far si che un matrimonio riuscisse occorreva agitare una noce di cocco attorno alla testa dello sposo e, dopo averla rotta, i suoi pezzi venivano lanciati in tutte le direzioni, affinchè gli spiriti maligni non potessero esercitare la loro malignità sullo sposo. Regalare una noce di cocco nel corso di una cerimonia nuziale è tutt'ora considerato di ottimo auspicio. La leggenda considera questo frutto sacro per la somiglianza nella forma al cranio, così anticamente, veniva offerto agli dei come sacrificio al posto di una testa umana. Non solo, facendo ruotare una noce di cocco si poteva avere il responso per una persona malata: se si fermava verso oriente sarebbe guarita, verso occidente invece poteva anche morire. In Nepal il cocco è il simbolo della fertilità. I suoi frutti venivano messi in una brocca piena d'acqua per invocare la benevolenza degli dei e la pianta era talmente venerata da essere considerata il simbolo di Dio.