Alessia Lenoci

Founder Junior

Maggio degli alberi - 11. L' OLMO

2020-05-11 16:36:35

L'Olmo, questo albero longevo e antico, si dica ci indichi la strada per sognare.

 Il sogno è un dono divino, ci accompagna e ci guida nel presente e verso il futuro. Credere nei sogni vuol dire credere nell’anima, nell’amore e nella vita. L’Olmo ci aiuta a liberarci dalle vecchie credenze, dai limiti, ci tocca il cuore e ci espande la vita a tutto ciò che è possibile. Ma questo capita solo se riusciamo a contare sui nostri sogni. L’Olmo ci insegna a purificarci e a proteggerci semplicemente perché ci conduce alla nostra realizzazione. Attraverso l’Olmo muoiono tutte le nostre paure e i nostri limiti e impariamo a realizzare tutto il possibile in un continuo processo di nascita e di rinascita.


BOTANICA
La pianta sana normalmente può raggiungere dimensioni che arrivano fino a 35 metri. Si tratta, infatti, di un albero longevo che vive fino a 500 anni: alcuni vecchi esemplari hanno tronchi con circonferenza di 5 metri circa. Il fusto è diritto e nudo per una buona altezza. La corteccia verde-rossastra è liscia e si fessura dopo i 10 anni. I rami potenti terminano con diversi rametti ravvicinati che formano una vasta e folta chioma. Le foglie, acuminate e seghettate ai margini, sono molto salde e nell'insieme disposte a mosaico in modo da captare meglio i raggi solari. I fiori sono precoci, antecedenti la comparsa delle foglie: piccoli, di colore rosso scuro, sono riuniti in densi mazzetti laterali sui rami dell'anno precedente. Ogni fascetto ha da 20 a 30 fiorellini. La sua radice è robusta e crea numerosi polloni. Il legno è di ottima qualità, duro ed elastico.


SIMBOLOGIA E LEGGENDA
L'olmo è un albero appartenente al genere delle Ulmacee, che comprende numerose specie ampiamente diffuse in Europa, in Asia e in Nordamerica. Sono prevalentemente utilizzati come alberi ornamentali e per la produzione del legno.
Sin dall'antichità questa pianta ha avuto caratteristiche sacrali; per gli antichi sacerdoti Druidi, ad esempio, l'olmo era associato alla Dea, quindi rappresentava la femminilità sacra. La sua figura stilizzata è stata spesso utilizzata nel simbolismo araldico, dove assume i significati di amicizia, protezione, sostegno, amore coniugale oppure amore tra fratelli. Questa connotazione deriva dal fatto che questa pianta è da sempre stata utilizzata dai coltivatori come ideale sostegno per le viti, in quanto essa non assorbe dal terreno quelle sostanze nutritive necessarie al sostentamento delle piante da uva.
L'avvento del Cristianesimo e la diffusione dei Vangeli ha però dato un senso in più al simbolismo di questa pianta, giacché la vite è diventata un simbolo di Cristo, che in un passo dei Vangeli si autodefinisce "Io sono la vite e voi siete i tralci", e del suo sangue, specialmente in relazione con il vino, ricavato dai frutti della vite, che nella celebrazione della messa si trasforma, per transustanziazione, nel sangue di Cristo. L'olmo è dunque entrato per estensione a far parte della simbologia cristiana e fu particolarmente cara ai Cavalieri Templari, che utilizzarono spesso le denominazioni "Santa Maria dell'Olmo" o "Madonna dell'Olmo" per intitolare le loro chiese.
Sempre a proposito di Cavalieri Templari, troviamo un curioso riferimento all'olmo nel Regno Unito, presso la località chiamata Temple, a Balantradoch, nella regione scozzese del Midlothian. Una leggenda locale stabilisce che in questo luogo venne sepolta una parte del leggendario tesoro dei Cavalieri e che esso si troverebbe nascosto "tra la quercia e l'olmo", come recita un vecchio detto locale ("Twixt the oak and the elm tree / You will find buried the millions free"). Tutta la zona circostante è costellata di olmi e querce, ma è probabile che questo enigma debba essere letto in chiave simbolica, e non letterale. Al pari dell'olmo, la quercia ha connotazioni simboliche molto forti e per alcuni versi affini. Una leggenda simile circonda anche il presunto tesoro che sarebbe sepolto nel famigerato pozzo di Oak Island (che richiama la quercia persino nel nome), che secondo una nota leggenda verrà trovato soltanto quando l'ultima quercia presente sull'isola cadrà. Tuttavia è nell'episodio del "taglio dell'olmo" di Gisors che il simbolismo legato a quest'albero emerge prepotentemente e si lega a doppio filo con un altro intrigante filone di ricerca e di leggenda, quello relativo al Priorato di Sion.

LA STORIA
I
l "taglio dell'olmo" di Gisors

Gisors è un piccolo comune francese situato in Normandia, nella Francia nord-occidentale. Si tramanda che nei pressi della fortezza che domina il paese esisteva un prato che veniva chiamato Champ Sacré, ossia "Campo Sacro", e che esso veniva ritenuto tale ancora prima dell'avvento del Cristianesimo. Al centro di questo campo sorgeva un olmo secolare, così grande che per circondarne completamente il tronco occorrevano, a detta dei cronisti medievali che l'hanno descritto, almeno nove uomini.
Il Campo Sacro fu in diverse occasioni teatro d'incontri tra i regnanti di Francia e d'Inghilterra, ma uno di questi, trascritto nelle cronache storiche del tempo, ha suscitato curiosità ed interesse per la sua stranezza e per le implicazioni che gli sono state, successivamente, attribuite. Era l'anno 1188, e il campo ospitava un incontro tra Filippo II, re di Francia, ed Enrico II, re d'Inghilterra. Accadde, dunque, che durante questo incontro si accese una grave disputa tra le parti che finì, in un modo o nell'altro, nell'abbattimento dell'olmo. Secondo una versione, gli Inglesi erano giunti sul posto prima dei Francesi, ed essendo il gigantesco albero l'unico riparo disponibile alla calura di quei giorni, piazzarono l'accampamento sotto l'albero, lasciando i Francesi, giunti più tardi, a cuocere sotto il sole. Dopo tre giorni di estenuanti trattative, a causa anche del caldo afoso, i nervi dei Francesi erano a pezzi. Pare che tra gli armigeri cominciò uno scambio d'insulti, e che dalle fila degli Inglesi sia partita una freccia. L'incidente causò un attacco in piena regola e gli Inglesi furono costretti a fuggire ed a riparare all'interno della fortezza di Gisors, mentre i Francesi esasperati abbattevano l'albero. Secondo un'altra versione, i Francesi avevano avvertito gli Inglesi delle loro intenzioni di abbattere l'albero, cosicché il re ordinò di farlo circondare da fasce di ferro. L'espediente però non fermò i Francesi che avanzarono minacciosi con una squadra di carpentieri; ne nacque una battaglia furiosa che durò per tutto il giorno ed alla fine gli Inglesi ebbero la peggio, e l'albero fu abbattuto. Quale che sia stata la reale versione della vicenda, e i motivi alla base della stessa, l'unico fatto certo è che alla fine della questione l'olmo secolare è stato abbattuto
L’Olmo è l’albero profetico caro ai Templari: Virgilio lo pone, infatti, al centro dell’atrio per accedere alla grotta della Sibilla Cumana. È infatti la pianta della chiara visione, della divinazione e della profezia. Simboleggia altresì le aspirazioni e l'intuizione interiore. L’Olmo era considerato dagli antichi l’albero dei sogni, dedicato a Morfeo e, contemporaneamente, l’albero della giustizia, sotto il quale si riunivano i giudici per essere ispirati a emettere giuste sentenze. Nella mitologia scandinava il primo uomo nacque da un Olmo (albero femminile dalle foglie più dolcemente sinuose) e da un Frassino (con simili foglie seghettate ma più rigide nella loro forma ovale). Nella tradizione popolare, è l’albero al quale si rivolgono le spose per chiedere la fecondità. E, poiché da sempre l'Olmo fu impiegato per sorreggere la vite, come un marito sostiene la moglie, è stato spesso usato come simbolo dell'amore coniugale e dell'amicizia. È anche simbolo di forza per la sua longevità e possanza per il suo saldo apparato radicale che lo tiene fermamente ancorato a terra. La tradizione suggerisce di costruire un giaciglio di foglie d’Olmo e di farci dormire i bambini per irrobustire le ossa e le articolazioni. L’Olmo ha anche un uso magico: è utile per mettere ordine alla confusione, per aiutare quelli che non si sentono all’altezza, per trovare il coraggio di affrontare e risolvere situazioni complicate, per prendere decisioni difficili. Considerato esorcizzante del male, era piantato dinanzi a chiese e case private per buon auspicio! L’Olmo fu ritenuto anche albero che raccoglie nella meditazione. L’Olmo ha numerosi legami con il trascendente in quanto sotto di esso vi apparve la Vergine in vari luoghi e Padre Pio vi ricevette le stigmate.

PROPRIETA' FITOTERAPICHE
L’olmo è conosciuto sin dall’antichità non solo per l’eleganza e l’imponenza del suo aspetto, ma anche per le sue proprietà medicamentose. In particolare, l’uso dell’olmo come rimedio naturale è documentato già da Plinio il vecchio che ne decantava la sua capacità di cicatrizzare le ferite.

In Oriente e in Occidente, questa pianta era molto utilizzata per curare i soldati e i cavalieri colpiti in battaglia, e perfino gli sciamani americani sfruttavano le sue proprietà come rimedio officinale per molto malattie.
Nell’antichità, in medicina popolare, tutte le parti della pianta, soprattutto le foglie giovani, venivano pestate in aceto e usate come regolarizzante delle secrezioni della pelle: erano anche utilizzate per la cura della lebbra. Nel tardo Medioevo la corteccia dell’Olmo era considerata una “panacea” in grado di curare: dolori reumatici; febbri intermittenti; scrofola; scorbuto; cancro; malattie nervose. In fitoterapia si usano ancora oggi le foglie e la corteccia dell'Olmo che possiedono proprietà astringenti, depurative, sudoripare e toniche. Dalla corteccia si ricavano i principi attivi utilizzati per la concia della pelle. I giovani frutti erano consumati in insalate, mentre i giovani rami con le foglie venivano raccolti per il bestiame. Dermoprotettivo e regolarizzante delle secrezioni della pelle: la cute è, infatti, l'organo bersaglio del macerato glicerico di Ulmus Campestre che agisce su svariate affezioni cutanee quali eczemi, sudorazione eccessiva, dermatosi ribelli, acne giovanile, herpes, afte, ecc.

IN CUCINA
Ho provato una grande emozione quando 10 anni fa ho mangiato per la prima volta una manciatina di frutti dell’olmo.. era da poco finito l’inverno e con una cara amica eravamo a zonzo in campagna, in giro per campi e boschi a godere delle prime giornate di sole. Ricordo la grande emozione del momento in cui ci siamo trovate davanti questo grande albero nudo di foglie, ma completamente ricoperto da chiazze corpose di color clorofilla tenue. Era bellissimo, molto attraente..l’istinto era quello di assaggiarne i frutticini, avevo letto che erano edibili, ma non li avevo mai mangiati. Che gioia ho provato quando la mia amica me ne ha allungata una manciatina. I frutti dell’olmo sono detti samare, crescono prima delle foglie, si riconoscono perché sono riunite in gruppi, e possiamo notare gruppi di frutti verde clorofilla sui rami delle piante di olmo ancora nudi.
La pianta possiede una certa eleganza e cresce in incolti, siepi e nei boschi misti, lungo i corsi d’acqua. Può arrivare fino a 30 metri di altezza e la sua chioma arriva fino a 10 metri di ampiezza. Chioma, larga ed elegante, segno distintivo della sua bellezza.
I fiori ermafroditi riuniti a gruppi, fioriscono a fine inverno, prima dell’emissione delle foglie. Mentre i frutti sono piccole samare riunite in gruppi, rotondeggianti e formate da una lamina con al centro il seme. Queste samare, ancora immature, di colore verde tenero, costituiscono la parte commestibile della pianta. Il sapore ricorda il gheriglio di una noce acerbo, però più dolce e delicato. C’è chi le cuoce, io adoro utilizzarle crude in misticanza accompagnate da erbe amare e fiori colorati.
La samara è un frutto alato indeiscenti con un solo seme, come in acero, olmo e frassino..è un frutto leggero atto a sfruttare la forza del vento per una più ampia diffusione del seme.
Come utilizzare questi frutticini? Io li aggiungo in maniera cospicua alle misticanze primaverili, scoprirete un sapore inusuale, dolce, goloso, accattivante! Cercatele velocemente intorno a voi, perché a breve spunteranno le foglie e non sarà più possibile gustare questa golosità, e occorrerà dover attendere un anno intero prima di poterlre rivedere.


RIMEDIO DEL DR BACH
Dai fiori dell’olmo deriva un rimedio floreale: Elm. Ecco qui la descrizione del dr. Bach di questo fiore prezioso: elm è per quelle persone che stanno facendo un buon lavoro, seguendo la loro vocazione e sperando di fare qualcosa di importante, magari a beneficio dell’umanità. A volte possono avere periodi di depressione, quando sentono che il compito che si sono assunti è troppo impegnativo e al di là delle umane possibilità..è il rimedio per le persone che soffrono di una perdita temporanea di fiducia in se stesse a causa di un eccesso di responsabilità di cui si sono fatte carico. Ecco che se decidiamo di mangiare questo “curioso” frutticino, accediamo anche al suo messaggio energetico, ovvero ci aiuta a metabolizzare al meglio ciò che pensiamo di noi stessi, è una pianta che ci accompagna a compiere il nostro passaggio di crescita, di accettazione dell’essere soggetti ad un atto di consapevolezza.