Alessia Lenoci

Founder Junior

La lotta di Autumn Peltier per il diritto all’acqua dei nativi canadesi

2020-09-30 14:21:40

Autumn Peltier è una water defender che a soli 8 anni ha iniziato la sua lotta per il diritto all’acqua potabile delle tribù native canadesi.

Sedici anni e già guerriera. Autumn Peltier ha il sangue dei nativi Wikwemikong, una tribù First Nation, i nativi canadesi, che da centinaia d’anni, ben prima dell’arrivo di Colombo, abita le fredde praterie nel nord dell’Ontario. Vive sul Lake Huron, uno dei Great Lakes del Nord America, il più grande gruppo di laghi d’acqua dolce sulla Terra. Nell’immaginario queste sono terre che si pensa sempre siano le più ricche d’acqua al mondo, con le cascate del Niagara e le coste infinite del Lake Superior. Eppure anche in queste terre si può rischiare di non avere accesso all’acqua, di vedersela sottrarre dalle grandi compagnie di imbottigliamento, come Nestlè Waters, o inquinare da operazioni di estrazione petrolifera. Specie se si è membri delle First Nations. 

L’oro blu è uno degli elementi più sacri

“Continuiamo a raccogliere storie di comunità di First Nations che non possono bere la loro acqua, che è contaminata dall’inquinamento e dalla rottura delle condutture”, racconta Autumn Peltier durante una web call con LifeGate. Sebbene ancora una ragazza parla con la sicumera di chi ha tanta esperienza sulle spalle. Di chi ha già vissuto tante battaglie (e sconfitte) sulla sua pelle. Incute quasi timore sentire una voce così seria, che solo ogni tanto tradisce la timidezza e l’indecisione tipica di una sedicenne. Certo ha iniziato a otto anni la sua lotta. E di acqua sotto i ponti, come si dice, ne ha vista passare. Anche se spesso non quella cristallina e limpida che si immagina delle pianure canadesi.

“Ho deciso di diventare una water defender dopo aver partecipato ad una cerimonia dell’acqua in un villaggio dove non c’era accesso ad acqua sicura e potabile”, spiega Autumn. “Rimasi colpita dal fatto che ragazzi della mia età, otto anni, non sapessero nemmeno cosa fosse un rubinetto con l’acqua potabile. Per dissetarsi o lavarsi dovevano bollire l’acqua in pentoloni. Un’ingiustizia profonda. Non potevo rimanere immobile”. E quindi Autumn decide di agire. Lo stesso anno chiede ai genitori di partecipare a numerose cerimonie dell’acqua in Ontario. A darle l’esempio è la zia Josephine Mandamin, che per anni ha fatto l’attivista per il diritto all’acqua, organizzando proteste nell’area dei grandi laghi per garantire l’accesso all’acqua pulita a tutte le comunità. Ben presto diviene un’ambasciatrice riconosciuta dai capi delle tribù, con il titolo di water protector combatte per l’accesso universale all’acqua. “È un nostro diritto, l’oro blu è uno degli elementi più sacri nella nostra cultura” dice con un tono di voce fiero. 

“Non possiamo bere né il denaro né il petrolio, bisogna fare ogni cosa possibile per l’acqua. Anche lottare”.