Alessia Lenoci

Founder Junior

La BUONA NOTIZIA di oggi!

2020-05-18 11:47:05

Per le api, cittadine onorarie, in Costa Rica si riprogettano parchi e strade. Curridabat, sobborgo della Capitale, è diventato un paradiso per la fauna selvatica, con la creazione di corridoi ecologici e di ecosistemi naturali nei quartieri.

La chiamano «Ciudad Dulce», e non è difficile capire il perché. Curridabat, sobborgo della capitale del Costa Rica, ha dato la cittadinanza onoraria ad api, piante ed alberi autoctoni. «Gli impollinatori sono i consulenti del mondo naturale, i riproduttori supremi», ha spiegato il sindaco Edgar Mora che ha trasformato ogni strada in un corridoio biologico e ogni quartiere in un ecosistema per permettere la loro sopravvivenza e sono stati fatti progetti di riforestazione per rimuovere l’inquinamento atmosferico. «Gli impollinatori sono i consulenti del mondo naturale, i riproduttori supremi e non ci fanno pagare per questo. Il piano di convertire ogni strada in un corridoio biologico e ogni quartiere in un’ ecosistema richiede una relazione con loro», ha spiegato il sindaco Mora a The Guardian.

La decisione di estendere la cittadinanza a impollinatori, alberi e piante è la mossa cruciale che ha fatto diventare un sobborgo normale, in un paradiso pionieristico per la fauna selvatica urbana. Non a caso, adesso Curridabat è conosciuta come la «Ciudad Dulce», e la sua pianificazione è stata reinventata partendo da insetti e piante. «L’idea è nata da una narrazione secondo cui le persone nelle città sono inclini a difendere la natura quando è lontana, quando è un concetto distante, ma sono negligenti quando si tratta di proteggere la natura nel loro ambiente immediato», ha concluso Mora. Invece secondo il sindaco, lo sviluppo urbano dovrebbe essere, almeno in una certa misura, allineato con il paesaggio anziché viceversa.


L’urbanizzazione è uno dei principali motivi della perdita di biodiversità in tutto il mondo, secondo la Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (Ipbes), con aree urbane che sono raddoppiate dal 1992. Secondo le Nazioni Unite il 68% dell’umanità vive in città, esercitando un’ulteriore pressione sugli ecosistemi e sugli habitat che svaniscono rapidamente. Fortunatamente, molti urbanisti stanno cercando di cambiare questa relazione: l’importanza degli spazi verdi nelle città è stata riconosciuta in un progetto delle Nazioni Unite che mira ad arrestare e convertire la perdita di biodiversità.


fonte: corriere.it