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Effetto Farfalla
Avete mai sentito parlare del cosiddetto "Effetto Farfalla"?
L’espressione “effetto farfalla” nasce dal titolo di un seminario tenuto il 29 dicembre del 1979 dal fisico e meteorologo Edward Norton Lorenz (1917-2008) del Massachusetts Istituite of Technology. In prima battuta il meteorologo americano invece di una farfalla parlava dell’effetto gabbiano, poi però si rese conto che bastava il battito d’ali di un esile lepidottero a provocare effetti meteorologici enormi. Egli aveva scoperto che piccole variazioni di temperatura e di pressione possono, a volte, generare conseguenze catastrofiche: il semplice battito d’ala di una farfalla in Brasile può produrre quel piccolo cambiamento delle condizioni atmosferiche iniziali che, una settimana dopo, potrebbe scatenare un tornado in Texas.
L’effetto farfalla sembra un concetto poetico e in parte lo è ma ha delle basi ed una origine matematica. Ha a che fare con la teoria del caos e con il clima ma anche con molti altri fenomeni che si studiano attraverso numeri e modelli. Senza nulla togliere alla poesia, è affascinante anche comprendere il lato scientifico di questo effetto.
Entriamo nel campo della matematica e della fisica per parlare seriamente dell’effetto farfalla, un effetto che è stato chiamato così ma che non ha nulla a che fare con l’animale se non in senso simbolico. Si tratta infatti dell’idea che piccole variazioni nelle condizioni iniziali arrivino a produrre grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.
In modo scientifico ne ha scritto Alan Turing, in un saggio: “Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza”.
Incredibile, no?