Alessandro Rebuscini

"Est modus in rebus".

"KARATE NI SENTE NASHI" - IL KARATE INSEGNA AD EVITARE I PERICOLI.

2020-10-30 20:57:52

In questo articolo, spiegherò quello, che secondo la mia personale esperienza, è uno dei principi fondamentali del karate. Traendo spunto da questo cortometraggio, andrò a commentare quella che è una delle massime di quest'arte marziale: "karate ni sente nashi" - "non vi è primo attacco nel karate".

Quando è possibile bisogna evitare il pericolo.


Da quando ho iniziato la pratica dell'arte marziale nata sull'isola di Okinawa, ho incontrato diverse volte, anche sotto "vesti" diverse il concetto che vuole che nel karate non vi debba essere l'intento di attaccare per primi.

Questo concetto è espresso in lingua giapponese con la frase "KARATE NI SENTE NASHI" che uno dei precetti o principii del maestro Gichin Funakoshi.

In realtà però questo importante concetto non è esclusivo del fondatore della scuola Shotokan ma è caratteristico di tutto il mondo del karate.

Questo principio, che è stato tradotto in diversi modi, fondamentalmente insegna al praticante di karate a non essere colui che inizia ad attaccare ma questo non vuol dire che il karateka debba per forza aspettare l'attacco dell'altro per potersi difendere.

Anzi è abbastanza semplice da intuire che se non vi è alternativa allo scontro diventa importante essere pronti a difendersi anche attaccando per primi, quindi senza aspettare che sia l'altro ad attaccare.

Chi attacca per primo solitamente ha la meglio e quindi bisogna prendere questo principio con le pinze per analizzarlo al meglio.

Secondo il mio pensiero, confermato anche dal video che presenta l'articolo, il vero significato di questa famosa frase è rappresentato dal consiglio di evitare il pericolo anche se dentro di noi pensiamo di poter avere le carte in regola per affrontarlo e superarlo.

Nel video infatti il contadino, che rappresenterebbe idealmente il praticante di karate, incontra sul suo cammino il samurai che rappresenta un possibile pericolo. 

Infatti il guerriero armato di spada posizionatosi in mezzo alla via percorsa dal contadino, sembra attendere con fare minaccioso.

Il video ci mostra delle scene di combattimento che in realtà si rivelano soltanto dei pensieri accompagnati da immagini che scorrono nella testa del karateka attraverso le quali, per quest'ultimo, la sua esperienza nell'arte marziale gli permetterebbero di sconfiggere il samurai.

Infine però il contadino sceglie la via più saggia ovvero quella rappresentata dal cambiare il proprio percorso onde evitare di doversi confrontare con il pericolo.

Per il modo occidentale di vedere la realtà questo potrebbe essere frainteso come un gesto codardo ma in realtà dimostra grande saggezza e rispetto per la vita.

Io ho vissuto assieme alla mia compagna un evento molto simile, seppur ambientato ovviamente in un contesto diverso, a quello rappresentato nel video. 

Un giorno durante una passeggiata con la nostra cagnolona, una bellissima femmina di pastore tedesco salvata dalle terre dei fuochi, dove si aggirava dopo essere stata abbandonata, ci siamo fermati a farla correre in un grande prato al limite di una zona boschiva del nostro paese. 

Dopo qualche minuto che la nostra amica a quattro zampe correva su quel terreno, ci ha raggiunto uno strano individuo che con fare minaccioso si è posizionato in mezzo all'unico punto di accesso tirando fuori un coltello con il quale ha iniziato a intagliare un bastone che raccolse proprio sul luogo.

Questo tizio guardava in maniera "particolare" la mia compagna e non diceva nessuna parola. Stava fermo come ad aspettare che noi andassimo nella sua direzione per andarcene.

Capendo che la situazione era potenzialmente pericolosa, ci guardammo in giro e notammo un punto dal quale potevamo, con un salto scendere su un sentiero sottostante per allontanarci dal pericolo.

Senza destare sospetti allo strano personaggio riuscimmo ad avvicinarci al punto che rappresentava la nostra via di fuga.

Riuscimmo a saltare portandoci dietro anche la nostra pelosa e ci allontanammo velocemente riuscendo a fuggire.

Non sapremo mai se quell'uomo avesse o meno cattive intenzioni nei nostri confronti e allo stesso modo non sapremo mai se utilizzando le nostre conoscenze marziali, qualora ve ne fosse stata necessità, avremmo potuto uscire ugualmente dalla situazione incolumi.

Quello che sappiamo di per certo è che abbiamo fatto la scelta migliore mettendo in pratica l'importante principio dell'arte marziale che pratichiamo entrambi.

CONCLUSIONE.

Attraverso la pratica del karate ho appreso una lezione che mi servirà per tutta la vita: IL PERICOLO VA EVITATO SE ABBIAMO ANCHE SOLO UN'ALTERNATIVA. SOLO ED ESCLUSIVAMENTE QUANDO NON POSSIAMO EVITARLO DOBBIAMO AFFRONTARLO UTILIZZANDO TUTTE LE NOSTRE CONOSCENZE.

Questa lezione è per me rappresentata dalla frase protagonista di questo articolo: "KARATE NI SENTE NASHI".

P.S.

Unica precisazione che ci tengo come sempre a fare, riguarda un errato messaggio trasmesso dal video per quanto riguardo il binomio: karate-contadino.

Come detto già in altri articoli questo errato connubio è da contestualizzare e in realtà, il mito che indica come inventori del karate e del kobudo i contadini ed i pescatori dell'isola di Okinawa, è infondato.

Se volete approfondire quest'ultimo aspetto vi lascio il link ad un articolo scritto sul mio blog.

Lascio anche il link alla pagina originale dalla quale ho preso il video.

by Alessandro Rebuscini
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