L'hard fork "London" su Ethereum sta arrivando!

E’ noto che Ethereum sta passando, per step, dall’algoritmo di consenso in “proof-of-work” a quello in “proof-of-stake”, aggiornamento importantissimo, chiamato "Ethereum 2.0", che molto probabilmente non si completerà fino al 2022.

Sappiamo che Ethereum è una “piattaforma”, su cui, oltre che fare transazioni, è possibile creare altri Token, ad esempio di tipo ERC-20, smart contract, ecc.. e che quando si utilizza c’è la necessità di pagare il “gas”, le commissioni, in ETH. Non è previsto un limite massimo agli ETH che potranno esistere come nel caso di Bitcoin ad esempio, per non limitare l’utilizzo della piattaforma stessa, e quindi non far mancare il “gas” che alimenta la “Ethereum Virtual Machine”, né è presente il meccanismo dell’halving, come c’è per Bitcoin, ogni 4 anni. Ethereum non è dunque una moneta nata per essere deflattiva.

Dopo "Berlin" stanno arrivando vari aggiornamenti su Ethereum, ed in particolare 5 chiamati nel complesso “London”, che costituiscono un vero e proprio Hard Fork per Ethereum, poiché i limiti di scalabilità della rete erano diventati palesi, in particolare in seguito all’esplosione della Finanza Decentralizzata (DeFi), i cui protocolli funzionano in larga parte ancora su Ethereum. Si sono quindi resi necessari miglioramenti, principalmente per il fatto che la congestione sulla rete ha portato ad un prezzo del gas troppo alto in molti momenti. Quando il gas sale troppo la rete diventa inefficiente e rende di fatto sconvenienti tutte le operazioni di importi più piccoli, in particolare quando riguardano smart contract che coinvolgono più transazioni, poiché in quel caso le fee incidono troppo in percentuale rispetto all’importo da movimentare.

Sulla testnet “Ropsten” è stato introdotto per ora il famoso aggiornamento “EIP-1559”, il principale dei 5 aggiornamenti EIP (Ethereum Improvement Proposal) proposti nel cosiddetto “Aggiornamento London”, che se tutti i test sulle testnet saranno positivi, potrebbe essere rilasciato sulla Mainet Ethereum già da fine Luglio. Sono iniziati ad andare live gli aggiornamenti sulle varie testnet dal 24 Giugno, con già definite le altezze di blocco dalle quali sarebbero iniziati diventare operativi gli aggiornamenti. Ropsten è stata la prima, ed EIP-1559 modifica la struttura delle fee, introducendo il “burning” di alcuni ETH dalle fee. In particolare viene distinta una "commissione di base" fissa per le transazioni, che può essere variata algoritmicamente in modo che aumenti quando i blocchi sono al di sopra di un certo obiettivo per il gas, o diminuisca quando sono al di sotto. E' la commissione base che viene "bruciata". Sono stati già bruciati migliaia di ETH di fees da quando entrata in funzione a questo momento.

Visto che non c’è un tetto massimo agli ETH che si possono creare, e che di nuovi ce ne devono essere in numero sufficiente per far sì che venga pagato il gas quando si usa la rete Ethereum, i miners Ethereum avranno sempre degli ETH da minare, contrariamente a BTC, per cui quando saranno stati “estratti” tutti i 21 milioni non sarà possibile minare nuovi blocchi, e i miners guadagneranno solo dalle commissioni per lo scambio di BTC tra persone. A quel punto il valore di BTC sarà presumibilmente cresciuto molto in virtù di come è strutturato e dell’effetto di scarsità. Come per BTC finora anche su Ethereum i miners sono incentivati a privilegiare chi ha pagato di più in fee per inserirli in un blocco. Quindi pagando più fee si hanno transazioni più veloci, e questo innesca un meccanismo d'asta perché i miners processano prima chi ha pagato più commissioni, mentre con London c'è una "commissione di base" per le transazioni da includere nel blocco successivo, e la possibilità per gli utenti di dare priorità alle proprie transazioni aggiungendo una "commissione di priorità", che incentiva il miner a processarla più rapidamente. Il miner intasca questa commissione di priorità, mentre quella base viene bruciata. Queste sono differenze fondamentali da capire ed è interessante ragionarci sopra.

Nel caso di Ethereum, togliere degli ETH dalle commissioni (di base) per i miners ha molto senso, perché tanto loro avranno sempre degli ETH da minare, ed è quindi meglio togliere un incentivo sulle commissioni anziché sui nuovi blocchi, poiché in questo modo si possono tenere più basse. Poi chi vuole aggiungere di più per avere priorità può farlo comunque, ma in generale per gli utenti le fee saranno presumibilmente più basse rispetto ad ora. Su una rete efficiente le fee devono necessariamente essere basse, altrimenti non sarebbe utilizzata, a danno di tutto l'ecosistema.

E questa è l’idea di base per l’introduzione di questo aggiornamento “London” con il burning di alcuni ETH dalle commissioni; mantenere il più basse possibili le commissioni, tramite una scelta algoritmica delle transazioni da processare in modo da minimizzarle, e non tramite un meccanismo d’asta, così da rendere la rete più efficiente per lo sviluppo delle applicazioni su di essa e il loro utilizzo.

Se da una parte c’è inflazione per via della creazione di sempre nuovi ETH, questa nuova gestione delle commissioni con il burning genera però un meccanismo di scarsità, e quindi deflazione, con una domanda che comunque cresce se la rete diventa più efficiente, e porta a sviluppare sempre più applicazioni su di essa e ad utilizzarla.

Gli altri EIP inclusi in London introducono anche migliorie sotto altri punti di vista, in particolare per quanto riguarda la sicurezza, la scalabilità ed altro.

L’aggiornamento è sicuramente un’ottima notizia dal punto di vista dei fondamentali tecnici ed è bene conoscerlo. Parlando di prezzo fare delle stime su come queste modifiche potrebbero impattare non è semplice, ma sicuramente un miglioramento tecnico solitamente è sempre una buona cosa sulla fiducia attorno all’asset, che dovrebbe riflettersi anche sul prezzo. Se venissero bruciati abbastanza ETH rispetto a quelli creati ciò potrebbe anche portare il prezzo di ETH a salire. Anche se questo non è l’obiettivo di Ethereum. Sarà molto probabilmente una questione di come si bilanceranno questi due meccanismi, cioè creazione di nuovi ETH e burning degli ETH delle commissioni, rispetto all’andamento della domanda e quindi del volume di transazioni (e quindi commissioni) in generale.

C’è anche da considerare inoltre che molti degli ETH della supply sono stati bloccati in staking per Ethereum 2.0 (chi vuole essere un validatore deve bloccare almeno 32 ETH in uno smart-contract), e quindi difficilmente torneranno per un bel po’ nel circolante, in particolare per essere venduti.

Quindi gli scenari possibili sono tutti da vedere ma penso di poter concludere che la buona riuscita di questi aggiornamenti non potrà che giovare in generale ad Ethereum. I fondamentali tecnologici sono ottimi, a mio parere.. Per capire se il prezzo si muoverà verso l’alto o verso il basso tutto starà nel cosa farà la domanda nel prossimo futuro e nel come sarà il rapporto tra ETH creati e bruciati. 

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