Alessandro Barone

Il Gronchi Rosa

2018-11-16 20:31:51

Con questo post vi parlo di un francobollo che, anche solo di nome, è conosciuto un po' da tutti, anche dai profani del collezionismo filatelico. Il famigerato GRONCHI ROSA. Cos'ha di speciale? Quanto vale? Quanti ce ne sono in circolazione? Con questo trafiletto cercherò di dare qualche spiegazione.

Il valore economico

Sfatiamo subito un mito: il Gronchi Rosa NON E' nè il francobollo italiano più costoso, nè il più raro. Il suo valore di mercato oscilla tra i 500 e gli 800 euro per il francobollo singolo allo stato di NUOVO, con gomma INTEGRA, perfettamente conservato e corredato di certificato peritale. Il discorso cambia per le quartine, e per le buste su cui è stato apposto: in questo caso il valore aumenta. Riguardo alla rarità, ufficialmente i Gronchi Rosa in circolazione sono 79625, anche se si sussurra che il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, appassionato filatelico, ne abbia salvati un quantitativo imprecisato dalla distruzione.

Cos'ha di speciale questo francobollo?

Partiamo da un presupposto: il collezionismo filatelico, se fatto ad alto livello con pezzi di valore, NON PUO' prescindere dalla passione e dalla conoscenza per la storia. Diversamente, si corre il rischio di prendersi delle costosissime fregature.

La storia del Gronchi Rosa ha una data di inizio ben precisa: 3 aprile 1961, lunedì di Pasquetta. Di lì a 3 giorni, il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi sarebbe partito per una visita ufficiale in Sud America, che avrebbe toccato Uruguay, Argentina e Perù. Per commemorare l'avvenimento era stata programmata l'emissione di una serie di francobolli. Su ciascuno di loro era disegnata una cartina geografica, con evidenziati i confini della rispettiva nazione all'interno del continente sudamericano. La serie era composta dunque da 3 pezzi: un 170 lire azzurro (dedicato all'Argentina), un 185 lire verde (Uruguay) e un 205 lire rosa (Perù). La data di inizio validità era il 6 aprile, ma le Poste iniziarono la vendita della serie "Gronchi" il lunedì antecedente, nonostante fosse giorno festivo, per consentire l'affrancatura della corrispondenza che avrebbe viaggiato sull'aereo presidenziale.

Il fattaccio che creò il caso "Gronchi Rosa" avvenne quando i diplomatici peruviani di stanza a Roma videro il francobollo dedicato alla loro patria: i confini erano clamorosamente sbagliati! Pare infatti che il disegnatore, Renato Mura, avesse tratto la cartina geografica del Perù da un atlante del 1939 che gli era stato fornito. Purtroppo, nessuno lo aveva avvisato che, nel luglio 1941, c'era stato un conflitto armato tra il Perù e il confinante Ecuador, che aveva visto la vittoria dei peruviani e l'annessione di una porzione dell'Amazzonia. Un gigantesco quanto grossolano patatrac diplomatico che rischiava seriamente di compromettere la missione del presidente Gronchi e l'amicizia con la nazione andina, in cui risiedevano numerosi emigrati italiani.

La corsa ai ripari

Bisognava rimediare, e in fretta. Il primo atto delle Poste fu quello più ovvio: il ritiro dalla circolazione di tutti i "Rosa" ancora invenduti e la stampa, a tempo di record, di un nuovo francobollo da 205 lire, grigio, con i confini corretti. La seconda fase fu quella, se possibile, ancora più eroica dal punto di vista lavorativo: gli impiegati postali passarono al setaccio tutte le buste già affrancate col "Rosa" e  lo ricoprirono fisicamente con il francobollo grigio. Un lavoro certosino mirato a cancellare, letteralmente, l'esistenza del "Gronchi Rosa". Il risultato fu duplice: il caso diplomatico rientrò, e si crearono documenti di altissimo interesse storico postale.

Il Gronchi Rosa è un francobollo a tutti gli effetti?

La risposta, al primo impatto, sarebbe sì. In realtà dipende dai punti di vista, ci sono filatelici "puristi" che non considerano il "Rosa" un francobollo vero e proprio. Il motivo del dibattito va ricercato nelle modalità con cui fu messo in vendita. La sua validità postale infatti partiva dal 6 aprile 1961, ma per i motivi sopra elencati era stato posto in vendita già il giorno 3, e solo in alcuni uffici postali aperti in via eccezionale in un giorno festivo. Essendo stato ritirato dalla vendita prima ancora della data di validità, c'è chi considera il "Rosa" una semplice etichetta senza alcun valore filatelico. Un dibattito appassionato, che difficilmente avrà mai una conclusione definitiva.