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Lontano dai prodotti a bassa frequenza. (seconda parte).

2019-04-30 06:55:17

Quando un cosmetico si può definire biologico. I cosmetici non crescono sugli alberi, perciò sorge spontaneo domandarsi quando un prodotto si può definire “biologico” e quando invece “naturale”.

Quando un cosmetico si può definire biologico

I cosmetici non crescono sugli alberi, perciò sorge spontaneo domandarsi quando un prodotto si può definire “biologico” (e per “definire” intendiamo l’etichetta) e quando invece “naturale”. Niente pesticidi, erbicidi, fungicidi e OGM, fertilizzanti solo se organici e buone pratiche di tutela dell’ambiente. Questa era l’agricoltura di un tempo, oggi solo in rari casi.                   


Gli elementi che caratterizzano la cosmesi biologica e naturale sono ingredienti di origine naturale, biodegradabili e che provengono da agricoltura biologica. C’è inoltre il divieto di utilizzare sostanze di sintesi chimica e molto spesso le confezioni sono realizzate in materiale riciclabile per ridurne l’impatto ambientale. Anche i processi estrattivi delle sostanze utilizzate nel cosmetico vengono regolati dai disciplinari degli istituti di certificazione e controllo.   


Per gli ingredienti naturali sono ammessi solo processi di tipo fisico, come distillazione e filtrazione, mentre sono vietati tutti quelli di tipo chimico che possono alterare la struttura stessa della sostanza utilizzata. Si privilegia l’uso di ingredienti naturali come acque floreali (distillate da piante aromatiche), olii vegetali, olii essenziali e fitoestratti, preferibilmente provenienti da agricoltura biologica o da raccolta spontanea in ambiente naturale. I cosmetici biologici non contengono coloranti né profumi sintetici.


 Il tutto però si basa su una sorta di compromesso, perché il consumatore tende a pensare che, se un prodotto viene dichiarato biologico, allora lo sarà in ogni sua parte e componente al 100%, mentre si tratta sempre di una percentuale molto minore. Nei vari disciplinari degli enti certificatori, sia europei sia italiani, ad esempio possiamo leggere che, per definire un prodotto cosmetico biologico, sul totale degli ingredienti nel prodotto finito esiste un limite minimo di ingredienti biologici fissato dal 10% al 90%. In molti casi siamo ben lontani dal 100%. 

La necessità di conoscere, unita a una maggiore sensibilità, si è sviluppata a partire dalla scoperta che alcuni ingredienti usati normalmente nei deodoranti sono dei disruttori endocrini. E, anche se in quantità minime, è vero, in moltissimi cosmetici di uso quotidiano sono presenti ingredienti dannosi che vanno a stretto contatto con la pelle e che di conseguenza penetrano nel nostro organismo, che non sempre riesce a espellerli prima che facciano il danno.                                   


C’è da dire inoltre che un prodotto di qualità scadente non è necessariamente un prodotto fatto con ingredienti a basso costo. Alcune di queste sostanze, infatti, sono contenute anche in costosissimi cosmetici di marca – magari presentati in confezioni lussuose – che pertanto non sono necessariamente prodotti di alta qualità. Molte volte troviamo gli stessi ingredienti di basso costo sia nel prodotto costoso sia in quello economico.    


Una corretta comprensione dell’etichetta risulta, al primo impatto, veramente difficile. In particolare, nell’ambito della cosmesi naturale/biologica, non sempre le diciture riportate sulle confezioni dei cosmetici sono scritte in modo chiaro e corretto; spesso c’è abuso di termini come “naturale”, “biologico”, “eco” e “sostenibile” che crea confusione e disorientamento. Per esempio, in un famoso olio per il corpo, il cui nome, ingannevole, inizia con la parola “bio”, troviamo al primissimo posto tra gli ingredienti niente meno che la paraffina, una sostanza di derivazione petrolchimica.                             


La frustrazione è notevole, perché il consumatore attento e responsabile capisce che la capacità di decifrare l’etichetta lo aiuterebbe a fare scelte più consapevoli e a tutelarsi dal rischio di sperperare il proprio denaro, oltre che ovviamente la propria salute. La certificazione dell’uno o dell’altro ingrediente oggi la si cerca nel web, ed è molto facile trovarla. Non è necessario ricordare a memoria tutti gli ingredienti. È possibile confrontarsi e scambiarsi consigli, esperienze e opinioni: tramite i blog online si analizzano i prodotti e si indicano gli ingredienti “buoni” e quelli "cattivi".    


Una volta che saprete destreggiarvi tra i termini INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), vi sembrerà inaccettabile spalmare sulla vostra pelle elementi di derivazione petrolifera, anche se considerati “sicuri”.

                                                

    

                                   

    

                             

    

                             

    

                                

    

                             

    

                               

   

    

                                   

    

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