Queste due città necessitavano di veicoli veloci e ben costruiti che potessero trasportare più di due persone sulle strade dissestate del tempo col massimo confort possibile. Uno dei migliori tra questi veicoli a più cavalli, una carrozza per passeggeri, leggera, a quattro ruote e abbastanza comoda grazie alle sospensioni, si chiamava in ungherese Kocsi szeker, letteralmente « Carrozza di Kocs».
Era così compatta, elegante e resistente che tra il XV e XVI secolo il modello si diffuse in tutta Europa. I viennesi chiamavano il veicolo Kutsche, sempre dal nome della cittadina ungherese. A Parigi, i francesi adattarono la parola austriaca in coche. In Italia la parola divenne cocchio. In Inghilterra fu chiamato coach
Dunque coach significa carro, carrozza
Un coach è letteralmente un veicolo che porta una persona o un gruppo di persone da un punto di partenza a un luogo desiderato.
Il coaching consiste dunque nel facilitare uno spostamento dallo stato presente a uno stato desiderato, percorrendo il percorso più efficace.
A tutti gli effetti è un vero Viaggio, identificando risorse, potenziali interferenze e come affrontarle in maniera appropriata.
Come in un vero e proprio Viaggio occorre: - Stabilire obiettivi ben formati ( occorre avere chiaro la destinazione, dove si vuole andare, cosa si vuole, rispetto a cosa non si vuole!)
- Gestire gli stati interiori
- Assumere diverse posizioni percettive. Quando si intraprende un viaggio ciò che fa la differenza è con che occhi vediamo il mondo! con quali filtri, e come mappiamo le nostre esperienze
- Identificare momenti di eccellenza
- Mappare le risorse
- I mentori che incontriamo nel nostro viaggio, come ci aiutano attraverso il loro esempio e quindi quanto ci ispirano
- Fornire e ricevere feedback di alta qualità, quindi specifici e costruttivi
- Come ci relazioniamo con i nostri pensieri
- Come comunichiamo con noi stessi
- Come ascoltiamo i nostri bisogni lungo il viaggio
- Chi portiamo con noi durante il viaggio e per quanto decidiamo di stare insieme
- Come ascoltiamo i "segnali", le sincronicità che ci dicono di fermarci, di rallentare, di accelerare, di cambiare strada
- Quanto rispettiamo i nostri "valori" che sono la nostra Bussola Interna, quindi la guida di ciò che è importante per noi
- Quanto ci autorizziamo a dire di "No" a ciò che non è in linea con i nostri valori
- Renderci conto che quando diciamo "Si" spesso stiamo dicendo " No" a qualcos'altro, quindi a cosa diciamo Si e a cosa diciamo No.
- Cosa ci Ispira nella nostra vita
- Quanto siamo coerenti fra ciò che diciamo e ciò che facciamo
- ecc.
Essere dei coach vuol dire essere dei Risvegliatori.
Risvegliare gli altri richiede di sostenerli perchè sviluppino maggior presa di coscienza e crescano a livello di vision e mission.
Ovviamente, non è possibile risvegliare gli altri se si è in prima persona dei dormienti. Dunque il primo compito di un risvegliatore è Svegliarsi e rimanere Sveglio!
Un risvegliatore "risveglia" gli latri tramite la propria integrità e coerenza.
E tu quanto vuoi essere un Risvegliatore per te stesso/a e per gli altri ?