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Salute & Benessere

La cannabis light riduce il consumo di farmaci

2019-09-04 15:29:19

In questo breve articolò farò un breve punto della situazione sulla diminuzione di alcune categorie di farmaci in relazione alla vendita di cannabis light nel nostro paese. Continua a leggere...

Farmaci e cannabis light

Ormai sono tantissime le evidenze che ci dicono quanto la cannabis light abbia fatto bene al nostro Paese. Ma sembra che le prove non bastino mai a chi di dovere.


L'ultima testimonianza è data da uno studio pubblicato sulla serie di Working Paper di Health Econometrics e Data Group, in cui si esamina come le persone usino la cannabis per auto-medicarsi. Da questa ricerca si evince che nei primi 10 mesi dopo che la cannabis leggera è diventata disponibile per l'acquisto nel nostro paese, il servizio sanitario nazionale ha registrato un significativo calo nel numero di farmaci che ha dispensato: "L'arrivo di cannabis leggera ha portato a una riduzione del numero di scatole di ansiolitici erogate di circa 11,5%, riduzione degli antipsicotici erogati del 4,8%". Un bel risultato.


Gli autori dello studio hanno dedotto che "l'involontaria liberalizzazione della cannabis leggera" sia un ottimo punto di partenza per studiare come le persone si approcciano ad essa come sostituto delle droghe tradizionali.


Per la loro ricerca, hanno raccolto dati mensili sulle vendite di farmaci per tutte le 106 province italiane ( da gennaio 2016 a febbraio 2018) e hanno visto che il numero medio di farmaci erogati è diminuito di circa l'1,6%. Le prescrizioni per i farmaci tipicamente usati per trattare l'ansia e la psicosi - sono diminuite di più. "Questo è intuitivamente spiegato dalle proprietà rilassanti del CBD, che è spesso usato per trattare i disturbi del sonno", afferma lo studio. "Inoltre, il grande coefficiente che osserviamo per sedativi e ansiolitici sono anche coerenti con la sostituzione derivante dall'autovalutazione e dall'automedicazione, cioè la possibilità di valutare individualmente i sintomi (cioè l'ansia e l'insonnia) e, di conseguenza, decidere se prendere una pillola".


I ricercatori hanno anche documentato una lieve diminuzione del numero medio di pacchetti dispensati per antiepilettici (-1,5%), antidepressivi (-1,2%), oppioidi (-1,2%) e antiemicranici (circa -1%).


Lo studio conclude quindi che "anche una forma lieve di liberalizzazione può generare un significativo effetto di ricaduta sul mercato dei prodotti farmaceutici". Che cosa porterebbe una vera legalizzazione? Noi la risposta la conosciamo già...

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