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Una risata (yogica e gratuita) seppellirà... ansia e stress, ecco perché

2018-10-04 12:24:06

In pochi anni in Italia sono nati 400 club. Ci sono quaranta risate di base. Ecco che cosa succede al tuo corpo (e all’umore) se ridi 10 minuti di fila

Daniela Catania, operatrice sanitaria, ha conosciuto lo yoga della risata grazie a un volantino appeso in biblioteca. «Sogno un giorno di entrare in un vagone della metropolitana e scatenare una risata collettiva», dice. Non in metrò, ma perfino al Tribunale di Milano, Laura Biraghi ha messo in piedi una sessione di risate con altri due avvocati. Stefano, invece, radiografo per dentisti e clown in ospedale, è il primo a scoppiare in una fragorosa risata fin dai momenti di riscaldamento. Fuori dalle finestre di Villa Litta a Affori, a Milano, si sentono le proteste di un bimbo che vuole restare al parco giochi. In una delle sale, invece, Erika Suriano, impiegata, conduce una sessione di «yoga della risata», movimento fondato nel 1995 dal medico indiano Madan Kataria, che in Italia sta vivendo un vero boom.

In pochi anni sono nati 400 club, soprattutto nelle Marche e in Lombardia. Il principio è semplice: non occorre un motivo per ridere e il fisico non distingue fra risate spontanee e autoindotte. In entrambi i casi si scatenano invece gli effetti benefici: il corpo produce gli ormoni del buonumore, calano stress e ansia. «E quel che più è importante, questo benessere viene condiviso con gli altri: la risata è un ponte fra le persone. I club sono quasi sempre ad accesso gratuito proprio per permettere a tutti di tornare a ridere» racconta una delle pioniere italiane, Lara Lucaccioni, che ha contribuito a fondare 250 gruppi.

Oggi ne esistono in case di riposo e scuole, in alcuni reparti oncologici e nelle carceri. Lo si utilizza anche con i disabili, i malati di Alzheimer, per il team building. A Milano, la sessione comincia con il riscaldamento: esercizi musicali come battere le palme con e senza ritmo. Nella sala si passeggia, ci si guarda negli occhi e si ripete il mantra «ho, ho, ha ha ha». Poi cominciano i giochi: c’è perfino la «risata della puntura di zanzara» e quella «del ghiaccio nella schiena». «Ci sono quaranta risate di base - spiega Erika - ma il gioco è fondamentale, così come la cooperazione». Si va dal litigare in grammelot - lingua di parole inventate e di mimica - al brain gym, «in cui si premia chi sbaglia e si ride insieme», dice Cristina, una delle veterane. E ancora, laughter dance (il ballo della risata), ma anche respirazione, meditazione e rilassamento.

Alla fine, tutti avranno riso per circa 10-15 minuti di fila, la soglia necessaria a far produrre all’organismo il joy cocktail di endorfine. Molti si avvicinano alla pratica in momenti di difficoltà. Come Alessandra Roccabruna. «Due anni fa mi ero appena separata e ho scoperto di avere un tumore al seno. Ho cominciato a praticare e incredibilmente sono entrata in sala operatoria col sorriso. Oggi ricordo quei momenti con meno difficoltà». Con le risate Marco Elli, 39 anni, informatico, ha imparato a giocare con le sue figlie. «Prima non ne ero capace e questo - spiega - mi turbava. D’altronde, io sono diventato grande in fretta: mia madre ha dovuto crescere tre ragazzi da sola. Lo yoga ha fatto entrare in contatto il mio bambino interiore con mia figlia. Ora giochiamo tantissimo. Inoltre, io e mia moglie lavoriamo su turni, si fanno i salti mortali per stare insieme. La risata è la strada giusta per ritrovarsi».

di Giovanna Maria Fagnani

Corriere della Sera, 1 ottobre 2018

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