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L’energia di Sammy Basso: «Farò il ricercatore e spiego la genetica anche in dialetto»

2018-07-19 11:58:29

A 22 anni è il più longevo al mondo tra gli ammalati di progeria, malattia che provoca un invecchiamento precoce. «Una volta mi davano del marziano, oggi la gente mi stringe la mano e chiede un selfie con me» «Con l’alloro in testa e il diploma di laurea in mano mi sono sentito come un imperatore romano. E a me l’antica Roma è sempre piaciuta» scherza Sammy Basso, da poche ore dottore in Scienze Naturali con 110 e lode all’Università di Padova. «Per me è un traguardo, ma anche l’inizio di un nuovo percorso perché voglio specializzarmi in Biologia molecolare». Guarda avanti Sammy, 22 anni,il più longevo al mondo tra gli ammalati di progeria, malattia genetica rarissima che provoca un invecchiamento precoce. Un ragazzo imprigionato nel corpo di un anziano, anche se lui non ama questa descrizione: «Sono solo un ragazzo che vuole crescere e fare qualcosa di buono». La tesi Al mondo sono in 70 con questa malattia, in Italia 4. L’aspettativa di vita è di 13 anni, Sammy l’ha ampiamente superata. I genitori Laura e Amerigo hanno lo sguardo pieno di orgoglio: «Siamo una squadra, ma è sono la sua determinazione e la sua ironia che lo hanno portato fin qui». Titolo della tesi: Novel use of Crisps-Cas9 System as a therapy for Hgps. Sammy ha studiato la sua malattia scrivendo di una nuova terapia messa a punto fra Spagna e Italia per rallentare la sindrome. «Forse non potrà servire a me, ma a tutti quelli che verranno dopo di me. Ho discusso in inglese, ma ai miei genitori l’ho spiegata in veneto, che considero la mia madrelingua, e ne vado orgoglioso». I limiti della malattia Sammy è pieno di energia ma vive ogni giorno i limiti della malattia. «Lo so, sono diverso dai miei coetanei, ma io le diversità le incoraggio se fanno crescere, fino a quando non diventano discriminanti. Non posso correre, non posso saltare, non posso fare sport. Due volte alla settimana faccio fisioterapia e molto spesso controlli medici. Porto scarpe ortopediche rialzate e cammino solo per brevi tratti. Però peso solo 20 chili quindi se sono stanco qualche amico mi prende in groppa!» racconta con sorprendente ironia. Con la famiglia vive a Tezze sul Brenta, piccolo comune in provincia di Vicenza. Per motivi di mobilità ha seguito le lezioni all’Università in streaming e si è presentato a Padova solo per i laboratori e gli esami. Soffre di tutti quegli acciacchi tipici dell’età avanzata: problemi cardiovascolari, calcificazioni ossee, artrosi cute raggrinzita, assenza di grasso cutaneo. Gli unici organi che non sono attaccati sono il cervello e i nervi. Passi avanti Nel 2005 ha fondato l’Associazione italiana Progeria Sammy Basso («ero stufo che nessuno conoscesse la mia malattia»). Si è fatto conoscere dal grande pubblico per il suo viaggio negli Stati Uniti lungo la Route 66, che è diventato un (divertente) docufilm di National Geographic e un libro Rizzoli. Nel 2015 ha partecipato a Sanremo e con ironia ha indossato un paio di occhiali da alieno. Lo ha anche chiamato Papa Francesco con una telefonata a sorpresa. «Di sicuro non passo inosservato — racconta — ma le cose sono cambiate. Una volta i bambini mi fermavano per chiedermi se fossi un marziano, ma loro sono innocenti. Gli adulti mi fissavano senza capire, e mi faceva male. Oggi è più facile che mi fermino per stringermi la mano o per fare un selfie con me. Una bella conquista no?». di Cristina Marrone su Corriere della sera https://www.corriere.it/salute/malattie-rare/18_luglio_18/sammy-basso-sua-lotta-contro-vecchiaia-grazie-malattia-saro-ricercatore-22339bcc-8ab4-11e8-8e77-5f617f178436.shtml

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